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Le feste sono ufficialmente finite, oggi è mercoledì ma ha tutte le difficoltà di uno dei peggiori lunedì. Ricomincia tutto, anche se per me significa trovare una nuova routine e le mie giornate sono tutte da inventare. Per iniziare il nuovo anno in modo ispirato vi propongo l’intervista che ho realizzato per Co-Hive a Letizia Donati:
Letizia Donati è una interior designer e stylist, sostenitrice e promulgatrice dell’approccio progettuale. Il mondo non ha da essere antropocentrico, non è l’uomo a dover fare da regista, l’uomo deve per prima cosa essere in grado di osservare per poter poi agire. Questo metodo progettuale si può applicare in ogni aspetto della vita in una visione “onesta” e condivisa.
La condivisione è alla base del progresso: solo con la condivisione di un sapere, con il creare e il lavorare insieme si progetta davvero guardando al futuro. Non bisogna essere miopi, il concetto di proprietà esclusiva deve lasciare più spazio ad un pronome quasi ormai sconosciuto: “nostro”.
C’è questo sentire alla base del desiderio di riappropiarsi degli spazi. In un tempo dove le città sono state progettate più pensando a flussi e non-luoghi, è necessario riappropiarsi delle città. Questo sentire comune comporta anche un ritorno all’onestà. La condivisione perché apertura a tutti, un “tutti” che si concepisce come comunità sociale.

Holidays are officially over, today it’s Wednesday but it seems like a very bad Monday. Today everything starts again, even this for me means find a new routine and I have to design my days. To have a inspiring new start here there is the interview I made with Letizia Donati for Co-Hive:
Letizia Donati is an interior designer and stylist. She is a great supporter of the planning method. The world has not be anthropocentric, man is not the director, man has to observe before acting. This planning method could be apply to every life aspect. Sharing is the base of progress: working and create together mean plan watching to the future. Everyone has to take the city back. Sharing is the way to conceive “everyone” such as a community.

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SMOG è un modo per declinare proprio questo approccio progettuale. SMOG (Social Montevarchi Orto Giardino) promuove “progetti visionari”, valori antichi di cui oggi spesso si parla ma che poco si vivono nella realtà: sostenibilità, recupero, lo stare insieme, biodiversità, cura e bellezza. SMOG nasce dalla condivisione di conoscenze e pertinenze di tre donne, tre mamme perché forse nel diventare mamma alcune urgenze si fanno più evidenti: Letizia, interior designer e stylist – Elisa Brilli, comunicazione e grafica – Barbara Nappini, contadina e fornaia. I “progetti visionari” comprendono la trasformazione di spazi urbani sottoutilizzati in orti giardino, l’apertura di una ciclo-officina condivisa per promuovere una mobilità più sostenibile, eventi e laboratori aperti a tutti con un grande valore dello stare insieme.

SMOG is a way to live this planning method. SMOG (Social Montevarchi Orto Giardino) promotes “visionary projects”, ancient virtues. We talk about these very often without really living them: sustainability, recycled, living together, biodiversity, care and beauty. SMOG was founded by three women and mums: Letizia, interior designer and stylist – Elisa Brilli, communication and graphic – Barbara Nappini, farmer and baker. They felt the issue of sharing knowledges. They would like to transform understimated urban areas into vegetable gardens, open a bike workshop promoting a more sustainability mobility, events and labs for everyone.

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Sentire parlare Letizia di questa realtà “visionaria” è come essere catapultati in un futuro post-apocalittico dove l’umanità è tornata ad essere una comunità rurale ma con una coscienza di sé che è 2.0: sul loro sito si trova una bibliografia per orti colti, un’attenzione culturale meravigliosa, un approccio alla terra attuale e colto che porta il tutto ad un livello più alto. Già Cicerone con “Si hortum cum bibliotheca haberis nihil deerit” sosteneva che avere un orto e una biblioteca era tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Nutrire il corpo e la mente. Il 2015 è ormai dietro l’angolo e sarà l’anno del famigerato tanto atteso Expo: “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. Questo è esattamente quello che a SMOG mettono in pratica. SMOG è una declinazione all’approccio progettuale di cui parlavamo prima. Autoproduzione è rompere gli schemi, trovare nuovi modi di produrre. SMOG imposta un metodo di lavoro nuovo. Le persone e le risorse si uniscono per un’idea: la sostenibilità urbana. Trovare nuovi modi per far incontrare le persone. Proporre temi e contenuti scardinando il sistema. I veri protagonisti sono proprio i contenuti che non vengono solo messi a tema ma vengono vissuti e applicati. E proprio questo è un punto focale: bisogna rimettere contenuti e forma nella progettualità.

Speaking with Letizia is quite about speaking of a future where the humanity is back to the rural life with a new consciousness. A cultured return to earth.
Cicero said “Si hortum cum bibliotheca haberis nihil deerit”, if you have a garden and a library you do not need anything else. Feed the body and the mind. This is also the concept for the Expo that will be in Milan in 2015 “Feed the planet, energy for life” matching perfectly with SMOG intention. People and knowledges come together for the urban sustainability.

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“Produzione senza appropriazione, azione senza imposizione di sé, sviluppo senza soppraffazione” Lao Tse.
Des-art, linea di prodotti che Letizia realizza fondendo il design, la visione progettuale e l’espressione artistica e artigianale. In questo mondo “morbido” fatto di cuscini e tessuti si incontra subito l’attenzione per un consumo etico. Alcune collezioni usano materiali di riuso che rendono impossibili serie continuative, altre invece sostengono la continuità di produzione con una grande lavorazione artigianale che restituisce unicità al prodotto.

“Production without possession, action without self-assertion” Lao Tse.
Des-art is the home collection designed by Letizia Donati. She mixes design, her planning method and arts&crafts. There are pillows, fabrics very interesting. She has a great care about materials and production. Every product is kind a unique piece.

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Ogni oggetto rimanda all’attenzione per l’altro, disegnare spazi o oggetti per le persone, perché possano accogliere chi saprà apprezzarli. Guardare allo spazio in maniera nuova. Letizia ricorda come per essere designer sia fondamentale “conservare gli occhi e il cuore di bambino”. Ogni cosa deve avere più funzioni. Questo valore è universale, vale nel sistema agricolo, come all’interno di un progetto: se una cosa è univoca, nasceranno delle criticità.

Being a designer means keeping  eyes and hearts of a child, being able to watch the space in a new way.

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Oggi abbiamo gli strumenti per accedere a tanto, a tutto. Ma bisogna sempre portare la conoscenza, il saper fare. Bellissima la declinazione di questo concetto per Letizia nel suo “Oggetto inutile”. Un arredo polifunzionale per la casa, un’estetica delicata e semplicissima. Ironizza molto sulla frase “lo posso fare anch’io” e nel nostro tempo dove con una brugola si dà per scontato la progettualità. “Oggetto inutile” viene proprio venduto per essere costruito e personalizzato, con le istruzioni – la conoscenza, per farlo. E sarà proprio nel fare che ci si renderà conto che ogni minimo dettaglio è stato pensato e studiato, dimostrando la difficoltà della semplicità.
Io e Letizia ci lasciamo con una riflessione ben augurante: “la nostra società è complessa, la semplicità spesso le è estranea, ma forse ci stiamo tornando”.

Today we can reach everything but we have to remind always the knowledge, how to do. Letizia designed “Oggetto inutile” – useless object, it’s a very functional and ironic furniture. You can buy it and assemble it personalizing. This means that you can buy the knowledge, the know how to create it. While you’ll assemble it you’ll understand how this could be ingenious, everything in the “Oggetto inutile” is essential.
Our society is complex, but maybe we are coming back to semplicity.

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Enjoy!

©Photos by Sebastiano Maver, Gianluca Maver, Elisa Brilli