Dopo essere stata posticipata di un anno, la 17a Mostra Internazionale di Architettura torna a Venezia tra i Giardini della Biennale, l’Arsenale e gli eventi collaterali.

Il titolo e tema della Biennale di Architettura di quest’anno è “How we will live together?” Come vivremo insieme? I temi proposti e affrontati dalle Biennali sono sempre specchio del mondo contemporaneo (questo sarebbe dovuto essere il titolo già nel 2020, quasi profetico!), tematiche attuali con cui artisti, architetti e curatori si misurano alla ricerca di nuove risposte talvolta anche provocatorie.

“Poniamo questa domanda agli architetti perché crediamo che abbiano la capacità di dare risposte più stimolanti di quelle che la politica ha finora offerto in gran parte del mondo. La poniamo agli architetti perché noi, come architetti, ci preoccupiamo di dare forma agli spazi in cui le persone vivono insieme e perché spesso immaginiamo questi ambienti in modo diverso dalle norme sociali che li dettano.” Hashim Sarkis, Curatore della 17. Mostra Internazionale di Architettura

La Biennale di Architettura resterà aperta fino al 21 novembre 2021. La lunga durata permetterà di pianificare la visita in modo da evitare affollamenti. Noi ci siamo stati a inizio giugno e per quanto fossero i giorni vicini alla festività del 2 giugno, abbiamo visitato i Giardini della Biennale in assoluta tranquillità, pochi visitatori e ben distanziati.

Qui trovate le storie che ho fatto durante la nostra visita alla Biennale di Architettura.

Il primissimo consiglio è di carattere tecnico. Acquistate i biglietti on-line. Quest’anno l’indicazione ufficiale è questa, non c’è infatti una vera biglietteria (anche se ovviamente c’è il modo di acquistarli all’ingresso ma a rischio di inutili code). Non fate il nostro errore: se visiterete la Biennale con bambini piccoli (fino ai 6 anni compiuti), premuratevi di “acquistare” il biglietto “gratuito”, per quanto sembri un controsenso, è il modo che hanno per assicurare i bambini all’interno delle zone espositive. Attenzione perché se non l’avrete vi costringeranno a mettervi in coda per farlo sul posto.
Aggiornamento: leggo ora sul sito della Biennale “I biglietti gratuiti si ritirano presso gli Infopoint presenti in sede di mostra certificando l’avente diritto.”

Com’è fatta la Biennale? La Biennale si sviluppa in due location principali: i Giardini e l’Arsenale.
I Giardini si trovano all’estremità est di Venezia, poco distante l’Arsenale. Un’oasi verde che offre panorami veneziani insoliti e bellissimi!
Ci sono poi gli eventi collaterali “Fuori Biennale” che si trovano in giro per la città.

Quanto tempo serve per vedere tutta la Biennale? Ottimisticamente direi due giorni. Uno da dedicare ai padiglioni nei Giardini della Biennale e uno all’Arsenale (anche se le due location sono vicine, vi servirà tutto il tempo per esplorarle al meglio). Resterebbero extra gli eventi collaterali ma che se vi impegnate potreste riuscire a farcela lo stesso.

Il biglietto della Biennale costa 25€ e vale sia per l’Arsenale che per i Giardini. Potete decidere di visitarli anche in momenti diversi, il biglietto non ha scadenza fino alla fine della Biennale ma permette un ingresso soltanto per location.

Quest’anno in Leone d’Oro speciale alla memoria verrà assegnato a Lina Bo Bardi.

“La sua carriera di progettista, editor, curatrice e attivista ci ricorda il ruolo dell’architetto come coordinatore nonché, aspetto importante, come creatore di visioni collettive. Lina Bo Bardi incarna inoltre la tenacia dell’architetto in tempi difficili, siano essi caratterizzati da guerre, conflitti politici o immigrazione e la sua capacità di conservare creatività, generosità e ottimismo in ogni circostanza”. Hashim Sarkis, Curatore della 17. Mostra Internazionale di Architettura

Filippo ha commentato “Se questa è la Biennale di Architettura, mi immagino quella di Arte…” in effetti non è un’esposizione immediata e non c’è molta architettura in senso tradizionale. C’è bisogno di tempo per visitarla perché per capire bene bisogna leggere molto. L’Architettura qui parla un linguaggio complesso, un po’ concettuale, un po’ perché gli allestimenti sono spesso rimandi a riflessioni più ampie, un po’ perché qui non si suggeriscono modelli da replicare ma concetti su cui riflettere.
La visita alla Biennale d’Architettura serve proprio a questo, più che a trovare risposte, credo serva a porsi nuove domande e cercare di progettare e abitare secondo nuove ispirazioni.

Non mancano ovviamente le installazioni scenografiche, bellissima nella sua semplicità, quella del Padiglione della Spagna: si cammina immersi in una nuvola di… portfoli!

L’allestimento del Padiglione della Spagna.

Ma se andate alla ricerca di architettura in mattoni e calce, state tranquilli perché troverete anche questa, anzi, troverete architettura storiche firmate dai grandi Maestri dell’Architettura. Visitate i Giardini della Biennale con occhi rivolti anche ai padiglioni stessi! Siamo alla Biennale di Architettura, le architetture stesse sono delle opere d’arte! Ecco i più famosi da guardare con attenzione.

I Padiglioni Nazionali della Biennale di Venezia. Le architetture più belle:

I Padiglioni Nazionali sono gli spazi espositivi assegnati ad ogni nazione partecipante alla mostra internazionale della Biennale di Venezia. 
Le 30 nazioni proprietarie dei padiglioni ai Giardini, sono anche responsabili dei costi di manutenzione e costruzione degli stessi.

Il Padiglione del Belgio, il primo ad essere costruito ai Giardini
L’esposizione del Belgio

La “Mostra internazionale d’arti belle” nasce nel 1895 in occasione delle nozze d’argento del Re e della Regina d’Italia. Viene costruito il Padiglione Centrale (allora Palazzo pro-Arte e poi Padiglione Italia) nell’area dei Giardini pubblici di Castello realizzati a Venezia agli inizi dell’Ottocento. Qui fino al 1905 si concentrava l’intera Biennale e dove gli artisti di ogni Paese esponevano assieme, senza divisioni.
Visto il successo fin dalle prime edizioni, la Biennale incoraggia i Paesi esteri a costruire un proprio Padiglione ai Giardini per esporvi i propri artisti. Il primo Padiglione Nazionale è quello del Belgio nel 1907.
Nel corso dei decenni il Padiglione Centrale subisce numerose addizioni e trasformazioni, tra i vari architetti lavorano qui anche Gio Ponti (1928) e Carlo Scarpa (dal 1952 al 1972).

Il Giardino delle Sculture di Carlo Scarpa nel Padiglione Centrale (1952).

Padiglione Austria progettato da Josef Hoffmann (1934); Padiglione Olanda, Gerrit T. Rietveld (1953); Padiglione Venezuela, Carlo Scarpa (1954), Padiglione Finlandia, Alvar Aalto (1956); Padiglione Canada, Gruppo BBPR (1958); Padiglione Scandinavia, Sverre Fehn (1962).

Il Padiglione della Finlandia di Alvar Aalto era stato progettato originariamente perché fosse un edificio smontabile provvisorio, realizzato in legno e spedito direttamente da Helsinki.

I due padiglioni sicuramente più interessanti che hanno rappresentato un punto di rottura, sono quelli della Scandinavia di Fehn (il mio preferito) e del Venezuela di Scarpa che portano il cemento armato come materiale protagonista all’interno dei Giardini.

Il Padiglione scandinavo, Finlandia-Norvegia-Svezia, di Sverre Fehn (1962) che ingloba all’interno tre grandi alberi il cui tronco attraversa l’intera altezza dell’edificio.
Il Padiglione scandinavo, Finlandia-Norvegia-Svezia, di Sverre Fehn (1962)

Agli inizi degli anni ’80 è stato aggiunta anche la parte espositiva all’interno dello storico complesso dell’Arsenale poco distante.

Insomma, una passeggiata tra i Padiglioni dei Giardini della Biennale offre la possibilità di viaggiare e sentirsi teletrasportati in giro per il mondo!