La scelta dei tessuti per una casa è fondamentale, è come scegliere come “vestire” la propria casa.

Con “tessuti d’arredo” si intende tutto quello che va a completare e arricchire gli interni: tendaggi, rivestimenti di divani e poltrone, tappezzerie, tappeti, coperte, cuscini, testate da letto, rivestimenti per sedute…

“Arredare non significa fare scenografie, non significa fare belle immagini per le riviste; è piuttosto creare una qualità di vita, una bellezza che nutre l'anima.” Albert Hadley

I tessuti giocano un ruolo fondamentale nella decorazione di un interno e portano in casa una componente fondamentale per il comfort: la morbidezza, chiamando in causa un senso molto importante, oltre alla vista – che come sappiamo bene, l’occhio vuole sempre la sua parte – il tatto.

James Malone, collezione Medina

Nel momento storico che stiamo vivendo, la pandemia ci allontana, ci tiene a distanza, ci porta a “non toccare”, a vivere molta parte della nostra vita attraverso lo schermo di un computer. Nella sicurezza delle nostre case, si fa importante il bisogno di una nuova connessione con il reale.
Per questo il tatto diventa fondamentale per riconnetterci a ciò che ci circonda, magari dopo aver passato una giornata “on-line”. È il senso che più deve essere stimolato per ricreare quella connessione reale di cui tanto abbiamo bisogno. Da qui il grande ritorno di superfici materiche, legni naturali, interni accoglienti e ovviamente, un grande uso di tessuti!

L’importanza dei tessuti d’arredo è tale che sono una componente della parte progettuale di un interno. Provate a guardarvi attorno, non c’è luogo della casa che non ospiti una componente tessile, piccola o grande che sia. Sto parlando di cuscini, divani, poltrone, sedie imbottite, tappeti, pouf, coperte, plaid, carte da parati, letti, tende…
Per questo meritano di essere parte pensata del progetto d’interni, per poter dare alla scelta dei singoli pezzi un respiro unitario con una progettazione che tenga conto dei vari fattori e delle varie componenti. Questo vale sia che siate fedeli adepti del monocromatico che coraggiosi sperimentatori dello stile eclettico. La scelta di palette neutre, stampati coordinati (cioè tessuti in coordinato con le carte da parati) o di mix&match perfettamente bilanciati, sta alla sensibilità e al gusto personale.
Ogni stile chiama una certa tipologia di arredi come anche di tessuti.

Dall’altra parte, rinnovare i tessuti d’arredo permette di cambiare totalmente l’aspetto di una casa.

Kai Fabrics, collezione Mirage

Visto l’importanza che giocano i tessuti in una casa ho pensato di creare una sorta di guida, un mega manuale che racconti e spieghi i termini da conoscere per scegliere al meglio i tessili per la casa.
Per farlo ho chiesto l’aiuto al team di professioniste (tutto al femminile!) di Fabrics&Co., distributore italiano di tessuti d’arredamento e carte da parati con un debole per pattern e coordinati d’ispirazione British. Vi avevo già parlato di loro qui, per darvi un’idea di quanto questi tessuti siano loro stessi dei piccoli capolavori!

Fabrics&Co. è distributore in esclusiva per l'Italia di tessili, carte da parati inglesi ma questo non vuole dire che si parla solo di stile “British” anzi! Sul loro sito trovate delle bellissime guide allo “Stile Mediterranean Chic” fatto di fibre naturali, lini leggeri e colori del mare e della terra, allo “Stile Eclettico” con un mix&match di pattern, tessuti ed accessori, e ovviamente anche allo “Stile Inglese” dedicato a interni classici con un’eleganza informale e accogliente.

Mi sono fatta spiegare da loro tutto quello che c’è da sapere sui tessuti per interni, le differenze tra i tessuti, le caratteristiche da considerare nella scelta, le qualità tecniche e i termini principali.

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Qui puoi scaricare la nostra guida ai tessuti d’arredo con anche il dizionario tessile in formato PDF.


    Varie tipologie di tessuto:

    Sicuramente le prime domande da porsi per la scelte dei tessuti d’arredo sono:

    • Che stile voglio dare alla mia casa?
    • A quale impiego deve rispondere il tessuto? Devo rivestire un divano/poltrona? Deve diventare una tenda?…
      Rispondere a questa domanda implica sicuramente un lato importante del tessuto, che va oltre l’estetica: la funzionalità e gli aspetti tecnici dei vari materiali tessili.

    Come nell’abbigliamento anche nei tessuti d’arredo esistono moltissime tipologie diverse, non tutte adatte agli stessi scopi.
    Per capire se un tessuto è adatto o meno ad essere usato ad esempio per rivestire degli imbottiti – come divani, poltrone e sedie – si deve guardare al “peso”, cioè allo spessore del tessuto che deve essere consistente e avere resistenza all’usura. Esistono test specifici per valutare le varie proprietà, come il Martindale Test, un test che definisce in particolare la resistenza alla rottura, il pilling (la comparsa dei fastidiosi “pallini”), i cambiamenti di colore e la perdita di peso del tessuto. In base al risultato il tessuto verrà valutato con il numero dei cicli, detti “giri”. Un buon tessuto per imbottiti deve avere almeno 15.000/25.000 giri.

    Martindale Test: il significato dei “giri” dei tessuti

    • Sotto i 10.000 giri: adatto ad uso decorativo (tende, cuscini, coperte, accessori), non per imbottiti o sedute.
    • 10.000 – 15.000 giri: ok anche per imbottiti o sedute, ma solo ad uso occasionale/decorativo.
    • 15.000 – 25.000 giri: adatto ad un uso domestico generico, ok per imbottiti/sedute d'uso quotidiano, ma da evitare su imbottiti che sottopongono il tessuto a sollecitazioni intense (es. poltrone reclinabili)
    • 25.000 – 30.000: adatto ad un uso domestico intenso, ok per imbottiti/sedute d'uso quotidiano, inclusi imbottiti che sottopongono il tessuto a sollecitazioni intense (es. poltrone reclinabili) – adatto anche all'uso non intensivo in locali commerciali.
    • Oltre i 30.000 giri: adatto per imbottiti/sedute destinate ad ogni tipo di utilizzo, inclusi spazi commerciali in cui sia previsto un alto uso intensivo.

    Simboli ed etichette sui tessuti

    Sulle etichette dei tessuti vengono riportati dei simboli che definiscono una sorta di carta d’identità, indicano la composizione, se un tessuto è consigliato per tendaggi, imbottiti, la resistenza e la tipologia di lavaggio consigliato.

    Genericamente si può dire che ogni tessuto può essere usato per ogni scopo, anche considerando l’uso che se ne farà (esistono arredi decorativi, che mai nessuno userà veramente, pensate ad allestimenti e set).
    Senza dimenticare che un tessuto più delicato può essere usato su un imbottito anche sotto forma di cuscini decorativi!
    Tessuti che hanno un “peso” minore vengono molto spesso usati per i tendaggi.

    La regola non vale invece al contrario: infatti se non tutti i tessuti sono adatti ad essere usati per rivestire gli imbottiti, tutti i tessuti adatti per gli imbottiti possono essere usati anche nei tendaggi.

    Quattro grandi famiglie per i tessuti più adatti agli imbottiti:

    Jacquard

    Jacquard è un tipo di telaio per tessitura che permette di realizzare disegni più o meno complessi direttamente nella trama del tessuto, senza essere disegnato o stampato.
    Inventato da Joseph-Marie Jacquard in Francia all’inizio del 1800, è stato un’introduzione rivoluzionaria. Rispetto ai telai esistenti, il telaio Jacquard utilizzava uno speciale meccanismo a cartoni perforati in cui era impresso il disegno (come le schede dei primissimi calcolatori, antenati dei nostri moderni computer). Per l'industria tessile, è stata un'invenzione rivoluzionaria, perché ha consentito di poter creare disegni complessi e ripetibili nel tempo, con tempi molto più rapidi e l’impiego di solo una o due persone, velocizzando così di molto la tessitura e standardizzandola.
    I telai Jacquard sono diventati ora dei macchinari automatizzati combinati con computer che si avvalgono di programmi per il disegno digitale.
    Nel tempo, “Jacquard” è diventato per estensione anche il nome dei tessuti prodotti con questi telai.

    Tessuto Jacquard, Jim Dickens, collezione Kahalari

    Stampati

    I tessuti stampati sono decorati da disegni non realizzati con la tessitura, ma con il procedimento della stampa. La stampa ora è quasi esclusivamente digitale, ma esistono ancora tessiture che stampano con metodo tradizionale “a blocchi”.

    Tessuto stampato Pulcinella, James Malone

    Esistono ancora oggi tessuti stampati preziosi dove la matrice per la stampa tradizionale viene incisa a mano creando motivi ricchi di dettagli come ad esempio quelli realizzati da Andrew Davidson, illustratore e incisore che lavora ancora oggi con metodi tradizionali e famoso anche per i molti francobolli realizzati per il Regno Unito, come la collezione Royal Oak di Lewis & Wood.

    Royal Oak, Lewis & Wood
    Royal Oak, Lewis & Wood
    Royal Oak, Lewis & Wood
    Royal Oak, Lewis & Wood

    Ricamati

    Sono i tessuti decorati con ricami.
    Nell’arredamento, i tessuti ricamati si utilizzano per tendaggi, copriletti, ma anche per imbottiti ornamentali.

    Tessuti ricamati (da sinistra a destra): Exotic Tree of Life, Moondog, Wisteria in Seafom e Dots and French Knots, tutto Chelsea Textiles.
    Chelsea Textiles
    Chelsea Textiles
    Chelsea Textiles

    Velluto

    Velluti si chiamano in genere tutti i tessuti doppi che presentano una superficie di fitto pelo perpendicolare alla stoffa, di lunghezza e tipo variabile. Il nome stesso “velluto” deriva dal latino vellus, vello, ad indicare la caratteristica copertura che ricorda il pelo. Da sempre tra i tessuti “nobili”, la sua creazione si fa risalire al XIII secolo.
    Sono, però, da considerarsi falsi velluti quelli ad armatura semplice, il cui pelo vellutato deriva da operazioni meccaniche come la follatura, garzatura, cimatura, spazzolatura che hanno lo scopo di sollevare e compattare la peluria del tessuto creano un falso “effetto velluto”, come ad esempio accade con il velour (tessuto con una superficie “pelosa” che ricorda il velluto) e il fustagno.
    I veri velluti sono tessuti composti da un tessuto di fondo e da fili supplementari di ordito che poi vengono tagliati, formandone il pelo. Un altro modo per ottenere i velluti è quello detto 'a pezza doppia' con un ordito comune ad entrambe, poi tagliato a metà.
    Esistono diversi tipi di velluto a seconda del materiale da cui viene ricavato. Esiste il velluto di lana, di seta e di cotone. Ognuno con le sue caratteristiche e usi indicati.

    A sinistra velluti lavorati Kai Fabrics, a destra James Malone e Jim Dickens
    Velluti lavorati Kai Fabrics
    Ashley Wilde, Kai Fabrics, Mirage collection

    Tessuti per tendaggi:

    Il mondo dei tendaggi meriterebbe un approfondimento a parte. Dimentichiamo per un attimo il minimalismo, partiamo per un viaggio, destinazione Inghilterra. Immaginiamo di entrare in una elegante casa nella campagna inglese, un cottage da sogno o anche un appartamento nel quartiere super chic di Mayfair a Londra, quello che abbiamo davanti è un mix perfettamente bilanciato di tessuti e pattern. Camminiamo sulla morbida moquette (ve lo dico, sono un’estimatrice della moquette se usata bene, tornerà – e questa non è una minaccia. Ma se sto osando troppo, potete anche immaginare un bel pavimento in legno antico, lo sentite scricchiolare? Sì, quello è un tappeto, un po’ di morbidezza ci vuole dai!) avviciniamoci alle finestre. Qui possiamo ammirare un Tendaggio con la T maiuscola. Gli inglesi sono maestri nel gioco dei tessuti e carte da parati, fantasie floreali abbinate a motivi geometrici e tinte unite. La fantasia non ha limite nel pensare palette iper decorative, questa capacità di coordinare e mixare pattern diversi è sicuramente difficile da ricreare e richiede una spiccata sensibilità e anche molta pratica.
    Un’altra cosa che noterete nei Tendaggi del nostro interno inglese è la presenza di tende oscuranti (spesso le case inglesi non hanno gli scuri) e addirittura doppiate: due tessuti diversi accoppiati per creare un ulteriore gioco décor. Spesso a coronare l’unione di questi doppi tessuti ci sono meravigliose passamanerie che arricchiscono e rifiniscono l’insieme.
    Questo “doppio tendaggio” ha anche un ruolo funzionale, oltre ad essere oscurante, difende i tessuti più delicati – come la seta – dallo scolorimento. A volte si trova addirittura un’imbottitura tra i due strati di tessuto, la tenda assume corpo e struttura e l’imbottitura interna protegge ancora di più il tessuto dalla luce.

    Levenson Design per Nile & York

    Riapriamo gli occhi, torniamo al reale. Alcuni stili d’arredo, come quello eclettico, ma anche lo stesso stile classico, dà un’importanza particolare ai tendaggi, per cui si usano molto tessuti decorativi per incorniciare vetrate e finestre.

    Lewis&Wood, Hanbury
    Kai Fabrics, Renoir Collection

    Se invece quello che cercate è leggerezza e trasparenza i tessuti principi per i tendaggi leggeri sono quattro:

    Lino

    Il lino è una fibra tessile naturale dalle molteplici proprietà.
    È una delle fibre più resistenti e assorbe benissimo il colore, il che lo rende il fondo per eccellenza dei tessuti stampati. Ha una grande resistenza allo strappo, mantiene la sua forma originale, è termoregolatore e ipoallergenico. Inoltre, il lino ha un'eccellente capacità di assorbire l'umidità – può trattenere acqua fino al 20% del suo peso senza risultare umido e può rilasciare umidità nell'aria con grande facilità, restando sempre fresco e asciutto al tatto.
    Il lino è uno dei tessuti più ecologici e sostenibili: è riciclabile al 100%, la sua coltivazione richiede pochissima acqua e pochi, o niente, prodotti chimici; ha quindi un bassissimo impatto ambientale.

    Il lino è uno dei tessuti più ecologici e sostenibili: è riciclabile al 100% con un bassissimo impatto ambientale.

    Tendaggi in lino James Malone

    Crêpe

    Tessuto usato spesso per i tendaggi, dall'aspetto “increspato”, proprio questo significa il termine francese che gli ha dato il nome. Questa caratteristica viene ottenuta con una speciale armatura o con una torsione molto elevata dei filati, per cui si ottiene un effetto ondulato sulla superficie.
    Esiste un crêpe leggero e uno più corposo, usato moltissimo nel campo dell’abbigliamento, e può essere realizzato in vari materiali naturali e sintetici.

    Tessuti per tende Dania e Crepe, James Malone

    Organza

    L’organza è un tessuto sottile e trasparente realizzato con il filato più prezioso della seta, l’organzino. Oggi spesso l’organza è tessuta con cotone e con fibre sintetiche come poliestere o nylon. Le organze più lussuose sono tessute ancora in seta.

    Organza di seta ricamata con cristalli Swarovski, Kandola
    Organza di seta ricamata con cristalli Swarovski, Kandola

    Taffetà

    Il taffetà è un tessuto pregiato tradizionalmente di seta. Il termine deriva da “taftah”, una parola persiana che significa 'torto, intrecciato, tessuto'. È un tessuto “antico”, tanto da diventare il tessuto più in voga nel XVIII secolo.
    Il taffetà ha la caratteristica di presentarsi con lo stesso aspetto sia al diritto sia la rovescio. Lucido, setoso, leggero, rigido, frusciante, se toccato produce un suono quasi simile a quello di un foglio di carta.
    Per ridurre i costi, oggi il taffetà esiste anche realizzato in fibre artificiali e sintetiche.

    Tessuti decorativi:

    Per “tessuti decorativi” si intende tutti i tessili che riportano un disegno o un pattern sia prodotto da una lavorazione a jacquard, matelassé oppure da uno stampato o ricamato.

    Lewis and Wood, Vallance e Stockholm Stitch

    Il contraltare dei tessuti decorativi sono invece i tessuti uniti, quelli cioè che non hanno textures, stampe o trame che riproducono un motivo.

    Spesso si è titubanti nell’uso di tessili decorativi, c’è sempre la paura di stancarsi o di rimanerne troppo legati, si tende per questo a fare scelte basiche, più tranquillizzanti. Osare però può dare molta soddisfazione!
    A volte però ci si scontra con la difficoltà a creare la giusta combinazione armonica tra pattern e colori, qui entra in campo la figura del professionista, dell’arredatore, l’interior designer… il decoratore! Un consulente che ci possa guidare, prendendoci per mano, nel magico e affascinante mondo dell’interior decor tra stampe e colori!

    Dizionario tessile:

    Armatura

    L’armatura è il termine tecnico per definire il modo in cui si intrecciano i fili di trama e di ordito di un tessuto. L’armatura definisce che tipo di tessuto si otterrà da quella tessitura.
    Le armature tessili di base sono tre: tela, saia e raso.

    • L’armatura tela è la più semplice, con i fili di trama alternati su quelli di ordito; quindi, diritto e rovescio sono uguali. Ne esistono tante varianti, perchè tante sono le possibili combinazioni di colore/dimensione/tipo di filato e ampliamento del numero di fili di ordito e trama che vengono intrecciati insieme.
    • L’armatura saia, in inglese Twill, ha andamento diagonale, perché l’intreccio di trama e ordito non è fatta da un numero pari di fili. Questa è l’armatura del denim, dei tessuti a lisca di pesce, del pied de poule, oltre che di tartan e tweed. Quest’armatura conferisce al tessuto una tipica morbidezza e adattabilità alla deformazione.
    • L’armatura raso ha invece punti di legatura radi e largamente distribuiti, quindi il tessuto presenta un aspetto uniforme, lucido sulla faccia a dominante d’ordito e opaco sulla faccia a dominante trama. E’ l’armatura tipica della seta, ma anche di fibre artificiali come rayon e viscosa. Le armature possono essere sempre più complesse sino ad arrivare a particolari tipi di tessiture, come lo Jacquard.

    Broccato

    E’ un tessuto operato, la cui caratteristica principale è il disegno in rilievo sul diritto che si ottiene aggiungendo altre trame sopra il fondo, dal quale quindi si staccano nettamente. Il nome “broccato” deriva proprio da questa caratteristica: l'aggettivo “brocco” significava, infatti, “ornato di punte, di anelli di filo in rilievo”.
    Tradizionalmente in seta, si possono però realizzare broccati anche con altri filati. La differenza con il damasco si nota guardando il rovescio del tessuto: sul rovescio del broccato si vedono i fili del disegno solo in corrispondenza del motivo ornamentale, perché la trama del broccato non va da cimosa a cimosa, ma è limitata al disegno.
    Dal XIX secolo la sua produzione cominciò ad essere eseguita con telai Jaquard, riducendo di molto i tempi di esecuzione e i costi.

    Broccati K Décor
    Broccati K Décor dettaglio

    Bouclé

    Il tessuto bouclé è un tessuto di lana caratterizzato da una superficie con piccoli “occhielli” di grandezza variabile. Il nome “bouclé” deriva proprio dal francese “anello”. Il tessuto assume un aspetto irregolare ed è caratterizzato da piccoli nodi/occhielli che danno l’effetto di una superficie tridimensionale granulosa che può essere in tinta unita o fantasia.

    Damasco

    Il damasco è un tessuto operato leggero, setoso, realizzato su telai jacquard con filati dello stesso colore nell’ordito e nella trama, ma con torsione e peso diversi. Il risultato è un effetto di chiaroscuro con disegni lucidi su fondo opaco o viceversa ed è sempre reversibile. Il damasco semplice ha un’armatura raso, ma può anche avere costruzioni più complesse, con armature combinate.
    Di origine cinese, ebbe poi un grande sviluppo nella città di Damasco, da cui prese il nome e che divenne grande produttrice ed esportatrice nel XII secolo.
    Il damasco è più piatto e più liscio del broccato, che ne è un’evoluzione più elaborata. Si può notare la differenza guardando il rovescio dei tessuti: la decorazione del damasco va da cimosa a cimosa mentre quella del broccato si trova solo in corrispondenza del disegno.
    Dal XIX secolo anche la produzione del damasco cominciò ad essere eseguita con telai Jacquard, riducendo tempi di esecuzione e costi.

    Damasco in cotone Clarendon e Balmoral, Titley&Marr

    Gingham

    E’ il nome inglese del “quadretto Vichy”. Originario della Malesia, originariamente era un tessuto a righe, ma nel XVII secolo fu importato in Europa e a Manchester, in Inghilterra, iniziò la produzione in versione a quadretti. Ad armatura tela, il gingham è tinto in filo, cioè i fili utilizzati sono già colorati e tessuti in modo tale da formare i quadretti.
    Non esiste un dritto e un rovescio della stoffa in quanto il disegno è presente su entrambi i lati.

    Tessuto Gingham, foto Titley and Marr

    Herringbone

    Il termine “herringbone” significa “spina di aringa”, in italiano anche detto “spina di pesce” dal nome dell’armatura “spinata” che è una variante dell’armatura saia (tessuto rigato diagonale). Caratterizzato da un tipico pattern a forma di V, ricorda la spina dorsale dell’aringa.

    Herringbone Sergei, James Malone

    Ikat

    L’ikat è un procedimento per la tintura dei filati, diffuso oggi specialmente fra i popoli malesi e indonesiani. Il nome significa “nuvola” e deriva proprio dall’effetto decorativo e sfumato che si ottiene con questa tecnica.
    Tecnicamente è una “tintura a riserva”, cioè un tipo di tintura dove parti dei filati vengono protette tramite una stretta legatura per non essere tinte, mentre le parti non legate si colorano.
    Per estensione vengono chiamati Ikat anche i tessuti colorati con questa tecnica.
    Per contenere i costi l’effetto ikat viene anche riprodotto tramite la stampa.

    Kimono, Lewis & Wood

    Lampasso

    Tessuto operato come il damasco e il broccato. È composto da due orditi e più trame, necessarie alla creazione del disegno. Ancora una volta si può notare facilmente la differenza guardando il tessuto dal rovescio dove si trova una fitta sovrapposizione di fili colorati che percorrono tutta l'altezza del tessuto.

    Mano

    Il tatto è fondamentale quando si parla di tessuti! Tanto che “Mano” è per estensione un termine tecnico che si usa per indicare la morbidezza, sofficità e voluminosità di un tessuto, valutate attraverso il tatto.
    Aiuta a descrivere le caratteristiche del filato, come ad esempio il tipo di materiale impiegato e la sua lavorazione, ma anche l’intreccio, la struttura creata dall’armatura e il finissaggio, il trattamento cioè di finitura.

    Matelassé

    Detto anche “tessuto martellato”, il matelassé è un tessuto caratterizzato da una superficie a rilievo dato da una leggera imbottitura.
    Per realizzare questo tipo di tessuto si usa il telaio jacquard.

    Tessuti matelassé Stockholm Stitch, Lewis&Wood
    Tessuto matelassé Palampore, Lewis and Wood. Riproduzione di un Palampore del XVIII secolo (termine hindi per “copriletto”) proveniente dalla costa indiana di Coromandel realizzato per un funzionario della Compagnia olandese delle Indie orientali.

    Stampati coordinati

    Abbinamento di tessuti diversi (come velluto e organza), o tra carta da parati e tessuto, con lo stesso motivo. Una scelta di décor iper decorativa e full look che celebra l’uniformità giocando con la resa del motivo sui vari materiali.

    Alken Wildflowlers, Lewis & Wood. Disegno ispirato a una serie di incisioni del XVIII sec.

    Tessuto operato

    È un tessuto decorato con disegni più o meno complessi ottenuti dall’intreccio dei fili e non con la stampa. Sono detti “operati” anche tessuti a maglia lavorati a macchina come damaschi, broccati e jacquard.

    Tessuti uniti

    Con il termine “uniti” si intendono i tessuti in tinta unita, senza disegni.
    A distinguere i tessuti in tinta unita non è soltanto il colore, ma alcune caratteristiche che li rendono molto diversi fra loro, anche stilisticamente: la texture (che dipende dall'armatura), il peso, la mano (morbida o più sostenuta), il finissaggio (lucido o opaco).
    In linea di massima, gli uniti lucidi e leggeri, dalle textures più uniformi e la mano più sostenuta, sono più adatti a interni dallo stile contemporaneo, mentre gli uniti dalle textures più corpose, opachi e dalla mano morbida si prestano a vestire ambienti in stile mediterraneo o classico.
    I tessuti uniti i usano spesso come punto di partenza sui cui costruire, in nuance o a contrasto, l’intera palette.

    Tessuti uniti James Malone e Lewis&Wood

    Ticking Stripe

    È un tessuto, di solito realizzato in cotone 100% con armatura a spina di pesce (saia), decorato a righe sottili. La riga del ticking ha la caratteristica di avere una riga centrale colorata affiancata da due righe sottili laterali, nello stesso colore o a contrasto. È un tipo di tessuto antichissimo, originariamente nato per rivestire i materassi.

    Marcel Stripe di Chelsea Textiles

    Toile de Jouy

    La Toile de Jouy è un tessuto stampato con scene bucoliche e pastorali, in disegni per lo più monocromi su fondo chiaro. La stoffa prende il nome dalla città di Jouy-en-Josas, nel Nord della Francia, dove venne creato nel 1760 ispirato al gusto rococò dell'epoca.
    Sono proprio le scene ritratte la caratteristica del Toile de Jouy: ambientazioni agresti con scene galanti e pastorali, motivi floreali con nastri e ghirlande e ambientazioni in tema chinoiserie.

    Chinese Toile, Lewis&Wood
    Toile Baptiste, Lewis & Wood, omaggio a un tessuto disegnato da Jean Baptiste Huet, il più famoso incisore della tessitura di Jouy-en-Josas che creò e lanciò la moda delle Toiles.

    Vichy

    Quadretto Vichy: v. Gingham, il suo nome inglese.

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