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Sarebbe giusto iniziare il post di oggi con il più classico dei “C’era una volta…”
Torniamo indietro nel tempo, era il 2009, forse anche 2008 e io lavoravo in una casa d’aste a Milano.
Per puro caso mi ero imbattuta tra le pagine di Glamour (giornale che compravo solo in aeroporto prima di partire per Malta)  in un piccolo trafiletto che raccontava un progetto di alcuni giovani designer austriaci e lì qualcosa è scattato dentro di me.

Il progetto erano gli sgabelli pensati dallo studio di designer Breaded Escalope (sapete cosa significa? “Cotoletta” o “schnitzel”, perfetto per una milanese come me e anche per dei viennesi come i designer!) realizzati con un processo di casualità, un mix tra performance d’arte e design.

Ho strappato la pagina e mi ricordo di averla portata alla casa d’aste dove lavoravo come proposta per un evento durante il Fuorisalone (già mio amore al tempo!). La cosa non è ovviamente andata in porto, ma io sentivo forte il desiderio di raccontare questo progetto che mi affascinava e intrigava.
Mi ricordo che una collega mi aveva anche chiesto “ma perché ti interessa così tanto?” e io mi ero ritrovata a pensare che ci tenevo, che volevo far conoscere questo progetto perché mi aveva colpito e fatto sorridere!

Per anni ho dato per perso il ritaglio di giornale e mi sono scervellata cercando di ricordare il nome dei designer e poi ieri, mentre sistemavo la mia cameretta a casa dei miei genitori, rieccolo! Finalmente ci ritroviamo! Ecco a voi il reperto storico:

Credo che incornicerò questo ritaglio, per ricordarmi di quel giorno in cui ho intuito quale fosse la mia strada!

Oggi, dopo quasi 10 anni da quell’incontro, mi rendo conto di come il desiderio che mi ha portato ad aprire Gucki nel 2013 già c’era nel 2009. Un desiderio di raccontare le mie scoperte, condividere ciò che mi piace. E quindi 10 anni dopo, eccoci qui! Vi racconto di Original Stool di Breaded Escalope.

Il progetto è la creazione di sgabelli pezzi unici grazie a uno stampo in silicone racchiuso in una sfera. Il mix di resine si solidifica e prende forme sempre diverse e originali grazie alla rotazione della sfera. Una sorta di performance artistica in cui rivedevo, da laureata in storia dell’arte con ben due tesi dedicate all’arte povera, le gesta di Pistoletto con la Sfera di giornali. I giovani designer austriaci spingevano lo stampo per le vie di Vienna, in mare, lo lasciavano in balia delle correnti di torrenti, giù per pendii innevati… ogni volta con risultati imprevedibili, unici e diversi. La bellezza della casualità!

Spero che questa storia abbia affascinato un po’ anche voi, a me ha sicuramente fatto sorridere ritrovare questo pezzo di carta dal passato che mi ha ricordato il valore, la bellezza e la potenza dell’essere appassionati e oggi come non mai, sono felice della strada intrapresa e della direzione inaspettata e insperata che la mia vita ha preso.
Sono molto curiosa di scoprire i prossimi passi che mi riserva il destino!
Nel frattempo, come diceva qualcuno… stay foolish e credeteci nei sogni!