C’è un posto nuovo a Milano, un’isola interamente dedicata ai piccoli artigiani. Si chiama IsolaLab e lo trovate in zona Tortona, via Voghera 6.
Un concept store per artigiani, un sogno realizzato per Giulia Lentini e Stefano Arnaboldi.

Giulia è lei stessa un’artigiana, crea bellissimi gioielli ispirati alla natura – potete scoprirli sul profilo Instagram di Giulia, Stefano è fotografo. Un’occasione, la ricerca di un laboratorio per Giulia li ha portati in uno spazio da condividere, un posto dove raccogliere storie e creatività artigianale.

IsolaLab ha aperto quest’estate, una fiera e intrepida avventura in questo periodo d’incertezze, una ventata di positività e di ottimismo, di voglia di rivedersi “dal vivo” (ma anche con una bella presenza on-line!)… un’isola dei pirati, per vincere i dubbi e tornare ad apprezzare le piccole cose realizzate a mano con passione e amore!

IsolaLab concept store milano

Intervista a Stefano e Giulia di IsolaLab, il nuovo concept store a Milano dedicato ai piccoli artigiani:

Qui trovate una piccola intervista a Stefano e Giulia, per scoprire il loro concept store IsolaLab e lo spirito di artigianalità appassionata che li ha spinti a creare questo posto speciale:

D. Come avete deciso di aprire un concept store?

R. Un paio di anni fa siamo andati una domenica a Torino, nel concept store di un’amica per portare i gioielli di Giulia, da quello che sarebbe diventato un suo rivenditore, come spesso capitava.  Abbiamo fatto tutto il viaggio di ritorno Torino-Saronno, dove abitiamo, a parlare di quanto sarebbe stato figo averne uno nostro, solo di prodotti super ricercati e belli.
Inoltre durante tutti i nostri viaggetti nelle capitali europee tappe fisse erano i negozi più strambi che trovavamo, spesso facevamo vere e proprie ricerche tipo “negozi da visitare assolutamente a Budapest” e una lista di posti dove trovare oggettini particolari.

D. Perché proprio adesso?

R. Tutto nasce dall’esigenza di Giulia, dopo essersi licenziata dal lavoro, cercava un laboratorio dove poter trasferirsi per lavorare full time alla sua linea di gioielli. Ci si è presentata l’occasione di uno spazio in affitto a Milano, più grande del necessario e ci siamo buttati a capofitto unendo anche il sogno del concept store. Eravamo talmente esaltati che non abbiamo fatto molti calcoli, e nemmeno la pandemia in corso ci spaventava più di tanto.

D. Come volete che sia la vostra “Isola”?

R. Vorremmo che l’Isola diventi prima di tutto esperienza: chi varca la soglia vorremmo che entrasse in un luogo dove tutti gli oggetti abbiano anima e storie da raccontare. Non un semplice negozio dove far shopping sfrenato, ma dove apprezzare l’originalità dei prodotti esposti e la loro unicità.

D. Uno spazio offline è sicuramente una mossa coraggiosa e contro tendenza: cosa vi augurate di creare offline oltre che online?

R. Il punto di partenza del progetto è il lavoro artigianale, siamo bombardati da immagini e racconti sui social, ma sempre meno i prodotti che vediamo riusciamo a toccarli con mano, che è tutta un’altra cosa! Il prodotto artigianale, fatto a mano trasmette la passione e il calore con cui è fatto attraverso i materiali stessi: il modo migliore per capirlo è vederlo e toccarlo, e non solo attraverso uno schermo. Siamo in “controtendenza”, come dici tu, è un passo indietro rispetto agli sforzi che tutti noi stiamo facendo per essere sempre più vicini a tutti grazie alla tecnologia. La soddisfazione di far vedere e toccare i prodotti l’abbiamo imparata grazie a tutti i market che abbiamo fatto negli anni passati, e ultimamente ci mancava un po’ la relazione con il cliente finale. Per noi questo è importantissimo.
Ovviamente l’online ci dà una grandissima mano ed è il motore di tutte le attività, in questo periodo di secondo lockdown infatti ci siamo affidati unicamente a Instagram per far conoscere i prodotti che altrimenti sarebbero rimasti chiusi in negozio.

D. Cosa vuol dire essere piccoli artigiani e iniziare un cammino?

R. Tantissime difficoltà, bisogna essere tante cose contemporaneamente: artigiani, venditori, social media manager, contabili, grafici, fotografi, web master, stylist etc etc. Quando sei piccolino piccolino a queste cose devi pensare solo ed unicamente tu, la maggior parte delle volte non hai abbastanza budget per farti affiancare da professionisti. Inizi in qualche modo, poi man mano però tutto si concretizza sempre di più e la soddisfazione è immensa.
In IsolaLab ci sono artigiani che hanno iniziato il loro cammino da pochissimo tempo, qualcuno addirittura durante il primo lockdown, e a noi oggi sembrano già realtà molto solide e i loro prodotti vengono veramente apprezzati dalla gente. Se dietro c’è cuore si può far tutto.

D. Come selezionate i brand che ospitate? Mi piace molto che li presentiate sul vostro profilo Instagram con i loro volti e non solo con i loro prodotti!

R. Sì, questa è una prerogativa che ci siamo dati fin dall’inizio: mostrare a chi compra chi c’è dietro ogni creazione. Anche in negozio utilizziamo le stesse foto e una piccola descrizione davanti ai prodotti di ogni artigiano, è molto apprezzato.
Per quanto riguarda la selezione ci siamo affidati prima a conoscenze che negli anni abbiamo maturato sia sui social che durante vari mercatini in giro per il nord Italia. Ci siamo affidati al nostro gusto nella scelta, abbiamo scelto soprattutto home décor, anche se ci è dispiaciuto un po’ tener fuori dal progetto brand che si occupano di abbigliamento e arredamento (avremmo bisogno di circa 3000 mq per ospitare tutti quelli che vorremmo!).
La prima selezione l’abbiamo fatta ad agosto e siamo ancora increduli di essere riusciti a mettere insieme così tanti brand quando ancora il negozio non esisteva. Abbiamo mandato una nostra presentazione tramite mail durante le vacanze estive e la fiducia che ci è stata data è stata immensa, ancora non ci crediamo!
Poco dopo la partenza del progetto abbiamo attivato un format (ancora attivo) nel quale le realtà artigiane possono anche autocandidarsi e abbiamo una lista molto ricca!

D. Parliamo delle tue creazioni Giulia, dove trovi l’ispirazione?

R. Principalmente da elementi organici, nell’ultimo periodo mi sto concentrando tantissimo sulla vegetazione marina e la vita che si sviluppa sotto il livello del mare. Sta quasi diventando un  ossessione, ma ho in cantiere una collezione che si svilupperà “sulla terra-ferma”.
Difficilmente riesco a fare oggetti con rigore geometrico: il minimalismo, per quanto riguarda i gioielli, non mi appartiene molto.

D. Come ti sei avvicinata al gioiello?

R. Da piccola giocavo assemblando bijoux, nel paese in cui abito c’è un negozio che vende minuteria per realizzare bijoux che mi conosce da quando andavo alle elementari! 
Mi hanno sempre affascinata gli accessori, quando poi ho dovuto scegliere il percorso di studi dopo il liceo artistico però non avevo preso in considerazione il gioiello, e sono andata dritta verso quello che ero convinta mi sarebbe piaciuto fare sul serio: l’interior designer. È durata forse tre mesi la mia carriera in design degli interni al Politecnico di Milano dopo di che ho iniziato a fare una serie di corsi di design del gioiello e oreficeria tra Milano e Vicenza. Finché non mi son ritrovata da due maestri in bottega a imparare l’arte del gioiello e da lì ho deciso di lavorare a una mia linea.

D. Un regalo vorresti ricevere per Natale e uno che vorresti fare?

R. Ho pubblicato qualche giorno fa una wishlist nel mio blog di cose “materiali” che vorrei regalarmi in questo periodo, tutti prodotti rigorosamente artigianali! Dal cappotto, allo zaino, alle scarpe.
In realtà forse la cosa che vorrei di più è riprendere l’abitudine di regalarci viaggi e esperienze, io e Stefano lo abbiamo sempre fatto per Natali e compleanni vari: regalarci viaggi/weekend fuori porta. Quest’anno mi sa che non lo faremo, con un velo di tristezza.
Quest’anno per la prima volta (non so perché non l’ho fatto prima) ho fatto dei regalini anche alle mie clienti speciali che negli anni mi danno sempre più fiducia!

Grazie Stefano e Giulia!