This post is also available in English

Un passo indietro per avere la visione d’insieme, un passo avanti per immergersi nei colori.

Chi non ha visto su Instagam, nei mesi scorsi, il ritratto di Van Gogh “pixelato” alzi la mano. Scommetto che sapete tutti di cosa sto parlando.
L’autore di quell’opera diventata virale è Nick Smith, artista inglese, nato designer, diventato famoso per i suoi lavori “pixelati”.

Parliamo di pixel ma potremmo parlare di tessere di mosaico. Nick Smith crea infatti dei collage con i colori. Nella galleria londinese Rhodes Contemporary Art ha aperto pochi giorni fa la sua mostra “Pioneers” (fino al 28 novembre 2020) che riunisce una serie di opere ispirate ai quadri più famosi dell’arte americana del ‘900 come quelli di Rothko, Andy Warhol, Keith Haring, Edward Hopper, Chuck Close. Tra questi c’è anche la “Monnalisa americana”: American Gothic di Grant Wood (1930), il quadro forse più emblematico dell’arte statunitense (quello che tutti conoscono visivamente ma che forse in pochi ne ricordano il nome).

I suoi quadri giocano con una doppia prospettiva. Per avere una visione d’insieme occorre vederli da lontano, per poter riconoscere l’immagine, ma è solo da vicino che svelano la loro vera natura.

I “pixel” o meglio, le tessere del mosaico, sono in realtà “chips” di colore, le tessere colore che vengono usate da grafici e designer per identificare univocamente un colore. Esistono di diversi marchi ma le più famose sono sicuramente quelle di Pantone.
Ogni colore viene identificato da un codice colore e da un nome. Proprio questo nome riportato sul fondo della chips aggiunge un ulteriore livello di lettura alle opere di Nick Smith.

Nick Smith, Rothko “White Center”. 256 chip collage

Nick Smith, Keith Haring “Dog”

Nick Smith, Chuck Close “Coca Cola”, 236 chip collage cad.

Nick Smith, Andy Warhol “Flowers”, 551 chip collage

Nick Smith, Edward Hopper “Nighthawks”, 988 chip collage

Avvicinandosi si perde la visione d’insieme per calarsi nel dettaglio e immergersi nel colore e leggere i vari nomi dei colori che diventano una sorta di testo dadaista. I vari nomi concatenati tra loro nella composizione danno vita a un testo in una sorta di creazione casuale.

Nick Smith, Grant Wood “American Gothic”, 456 e 285 chip collage

Nick Smith, Grant Wood “American Gothic”, 48 chip collage

Mi piace in particolare l’operazione di astrazione che compie diminuendo il numero di tessere: più tessere di colore ci sono più il mosaico sarà riconoscibile e dettagliato, meno tessere ci sono più si va verso l’astrazione riuscendo però a mantenere la riconoscibilità del soggetto.

Mi piace anche che indichi il numero di tessere usate per realizzare l’opera!

Se volete un’idea dei prezzi ho una buona notizia, oltre ai collage originali sono disponibili anche stampe in edizione limitata, guardate sul sito di Nick Smith, la stampa ispirata ad “American Gothic”, cm 79×83, tiratura a 150 esemplari, è in vendita da Rhodes Contemporary Art a 436€ (esclusa spedizione).

Se volete scoprire di più su Nick Smith, potete ascoltare il podcast “Nick Smith talks Atwork, Psycolourgy, America & More”.