A Miami Beach c’è tantissima architettura da vedere tra Art Déco, Revival Mediterraneo, Modernismo e Design Contemporaneo. Ma iniziamo subito con le icone di Miami: le coloratissime e mitiche torrette dei guardiaspiaggia!
La spiaggia è una componente fondamentale della vita e della cultura – il celebre “lifestyle” – di Miami Beach, è presente persino già nel nome. E proprio su questa chilometrica ed enorme spiaggia (dovrete camminare assai per raggiungere il bagno asciuga!), si incontrano le più iconiche architetture della città. Coloratissime e fotogratissime le torrette dei guardaspiaggia sono sicuramente uno dei simboli di Miami.
Anche d’autore: nel 1992 l’uragano Andrew fece molti danni e l’architetto William Lane decise di dare il suo aiuto nella ricostruzione progettando cinque torrette di salvataggio. Negli anni poi ne realizzò altre e si riconoscono per i colori brillanti e le forme dinamiche.
Una curiosità: queste torrette d’autore non poggiano direttamente sulla sabbia ma su delle specie di slitte che permettono di muoverle in caso di uragani!
Se siete affascinati dalle torrette di salvataggio di Miami Beach allora vi piacerà sicuramente il libro fotografico “Lifeguard Towers: Miami”.
Art Déco Historic District
L’Art Décor Historic District di Miami Beach è una zona della città dove si concentrano edifici in quello che viene definito “Art Déco Tropicale”, una sorta di fusione di stili di grande tendenza nell’architettura della prima metà del ‘900. Ne sono stati contati più di 800 edifici.
Fin dall’inizio del ‘900 Miami è stata protagonista di un vero boom edilizio che in poco tempo ha visto nascere la città con alberghi e palazzine per una valorizzazione turistica della zona.
Nel 1924 l’Esposizione Universale di Parigi diffonde velocemente il gusto dell’Art Déco con decorazioni ispirate alla natura e alle antiche civiltà come quelle egizie e maya.
Questa tendenza decorativa arriva anche a Miami dove però viene adattata con l’inserimento di elementi tropicali ispirati alla vegetazione del luogo, come fenicotteri e palme, e il tutto declinato nei celebri colori pastello. Questi dettagli tropicali aggiungono fascino esotico allo stile Déco e suggestioni vacanziere di luoghi dove c’è un’estate perenne.
La Seconda Guerra Mondiale mise fine alla fioritura dello stile Déco, questi edifici caddero in abbandono, molti vennero abbattuti o modificati. Solo alla fine degli anni ’70 si riuscì a tutelare gli edifici dell’epoca. Oggi l’intero quartiere è inserito e tutelato dal National Register of Historic Places. Sicuramente anche il successo della serie televisiva Miami Vice aiutò ad aumentare il fascino e l’estetica Déco della città.
Revival Mediterraneo
Girando per il quartiere si riconoscono vari stili come il Revival Mediterraneo che mescola elementi architettonici tipici dell’architettura antica del nostro Paese con influenze spagnole e moresche: archi, colonne, bassorilievi, decorazioni in ferro battuto, scuri, tetti in tegole…
In questo stile sicuramente è Casa Casuarina, la celebre villa su Ocena Drive di Gianni Versace. Proprio qui, sugli scalini dell’ingresso, lo stilista venne assassinato nel 1997.
Oggi l’edificio ospita un hotel e ristorante.
Mimo – Miami Modernism
Il Mimo – Miami Modernism divenne diffuso tra gli architetti negli anni ’50 quando, influenzati dall’International Style, iniziarono a introdurre elementi modernisti come balconi a passerella, griglie metalliche, elementi in alluminio, bordature sporgenti, ringhiere in metallo…
Righe orizzontali colorate e sporgenti, chiamate “sopracciglia”, iniziano a diventare un vero marchio della città, come anche l’asimmetria delle facciate, oblò, bordi e angoli curvi, illuminazioni con neon colorati…
Lincoln Road
Molto interessante è l’intervento di Lincoln Road, un intervento urbano a Miami Beach progettato nel 1959 dall’architetto di origini russe Morris Lapidus.
Lapidus era famoso negli anni ’40 per la progettazione di hotel in città, nel 1959 gli venne chiesto di rivoluzionare un’area di 6 isolati di Lincoln Road. Il progetto prevedeva la pedonalizzazione della zona – ancora oggi zona pedonale – con spazi commerciali, verde, fontane, bar, ristoranti, pattern rigati in bianco e nero a caratterizzare la pavimentazione e strutture architettoniche per offrire aree di ritrovo all’ombra (non dimentichiamoci il clima tropicale di Miami)
“I designed Lincoln roard per le persone, una macchina non potrebbe mai comprare nulla”. Morris Lapidus
Un po’ il viale Ceccarini di Miami Beach!
Anche se vi devo svelare un segreto: non ho mai visto viale Ceccarini di Riccione!
Miami Design District
Dopo questo tour dedicato all’architettura ho un unico rammarico: non essere stata al Design District, una zona di Miami – terra ferma (non Miami Beach) che riunisce showroom di brand di arredamento, negozi, gallerie d’arte e musei. Qui si trovano anche i grandi brand di arredamento internazionali, tantissimi anche italiani (come tantissimi sono gli italiani a Miami!). Pensate che il Miami Design District è nato da un’idea di Craig Robins, il fondatore (tra tante altre cose) di Design Miami, la fiera-sorella minore della fiera d’arte Art Basel Miami Beach.
Chissà magari sarà per un’altra volta!
Nonostante i colori pastello devo ammettere che Miami non è tra le mie città preferite degli Stati Uniti, non ne subisco il fascino. Ci eravamo stati anni fa, l’avevamo già visitata, questa volta sarebbe dovuta essere un semplice scalo (anche se di semplice uno scalo all’aeroporto di Miami non ha proprio nulla, ma questo è tutt’altro discorso che faremo se avrete voglia!), poi per colpa di una violenta tempesta l’aeroporto è stato chiuso, noi abbiamo perso la nostra coincidenza e il primo volo disponibile per tornare in Italia era dopo due giorni. Quindi Miami è diventata una tappa, abbiamo cercato di prenderla nel modo più positivo possibile e con i bambini (e senza valigie) ci siamo chiesti: cosa fare una giornata a Miami? Facciamo una passeggiata a Miami Beach! Unico neo: ad agosto caldo e umidità atroci!