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Dopo anni di abbandono è stato annunciato il progetto di rivalutazione del “Pirellino” in via Melchiorre Gioia a Milano.
Il “Pirellino” era il soprannome della torre degli Uffici Tecnici del Comune di Milano costruita nel 1966 dagli architetti Bazzoni-Fratino-Gandolfi-Putelli in via Melchiorre Gioia 39. Completamente in disuso dal 2015, è stato venduto all’asta per 193 milioni di euro (è stata definita “asta dei record”) e acquistato dalla società d’investimento Coima.
Coima è la stessa società che ha costruito il Bosco Verticale progettato da Stefano Boeri, proprio a poche centinaia di metri dal Pirellino. E sarà di nuovo l’archistar milanese Stefano Boeri il progettista dell’intervento, questa volta però in tandem con lo studio americano Diller Scofidio+Renfro (DS+R), celebri autori della High Line di New York (tra i tanti e famosi progetti), al loro primo progetto in Italia.
Il progetto P39 andrà a completare l’area del Bosco Verticale e la Biblioteca degli Alberi e vedrà coinvolti tre interventi: il Pirellino riqualificato e ampliato e la Torre Botanica, oltre 20 piani di appartamenti residenziali. A unire i due edifici una struttura leggerissima ad uso pubblico, una sorta di bolla, una vera serra per la biodiversità.
Il Pirellino, attualmente in stato di abbandono e con grandi quantità di amianto, verrà bonificato e ristrutturato rimanendo spazio per uffici. Il passaggio pedonale sopraelevato che attraversa via Melchiorre Gioia verrà mantenuto ma totalmente trasformato. Forse è questa la magia più grande: il ponte diventerà uno spazio aperto alla città dove verranno ospitate mostre, eventi ed una serra della biodiversità.
Dall’altro lato della strada, proprio accanto alla Biblioteca degli Alberi, sorgerà una nuova versione aggiornata del Bosco Verticale, la Torre Botanica, un grattacielo di 110 metri con 420 alberi, 13.000 arbusti e 1.700 metri quadrati di vegetazione distribuiti su 25 piani.
I primi tre piani della Torre saranno dedicati a uffici e spazi pubblici, gli altri 22 a un centinaio di appartamenti in vendita. La scelta delle piante darà vita a un vero spettacolo per la città: l’edificio cambierà colore a seconda delle fioriture nell’arco delle varie stagioni. Ma non solo: i 1.700 mq di vegetazione assorbiranno 14 tonnellate di Co2 e produrranno 9 tonnellate di ossigeno l’anno, al pari di un bosco di 10 mila metri quadrati. Con 2.770 mq di pannelli fotovoltaici la torre sarà in grado di autoprodurre il 65% del proprio fabbisogno energetico.
I 1.700 mq di vegetazione della Torre Botanica, assorbiranno 14 tonnellate di Co2 e produrranno 9 tonnellate di ossigeno l’anno, al pari di un bosco di 10 mila metri quadrati.
A questo proposito sarei curiosissima di sentire il parere di Stefano Mancuso, botanico diventato famosissimo grazie ai suoi meravigliosi libri (che se non avete letto consiglio vivissimamente!). In una conferenza l’ho sentito dire che gli unici a poterci salvare dal surriscaldamento globale sono gli alberi. Che “basterebbe” piantare alberi nelle città, i luoghi dove si produce CO2 e dove quindi la loro azione sarebbe più efficace.
Una notizia che forse farà venire gli incubi a chi tutti i giorni passa in macchina da via Melchiorre Gioia, già tra le vie più trafficate di Milano: la via verrà ridotta da sei a quattro corsie, due per senso marcia, per far spazio a filari di alberi e piste ciclo-pedonali.
Uno dei progetti iniziali dell’intervento prevedeva anche la riapertura del Naviglio (che passa proprio sotto via Melchiorre Gioia), sarebbe stato un bellissimo omaggio alla Milano città d’acqua.
L’investimento di Coima e il progetto firmato Stefano Boeri e Diller Scofidio+Renfro è sicuramente un messaggio positivo, un’iniezione di vitalità (il cantiere sarà enorme, si parla di oltre 5.000 posti di lavoro tra fasi progettuali, costruttive e di gestione), una visione della città post-Covid che avrà un enorme impatto sull’aspetto futuro di Milano.
Futuro ma non troppo, infatti si parla di quattro anni di lavori per essere pronti per il 2026 per le Olimpiadi Milano-Cortina.
Ovviamente questo mega intervento ha già destato molte polemiche, la principale è che il Pirellino è tra i 37 immobili milanesi che beneficeranno del bonus volumetrico del 25% che prevede, grazie a una legge regionale, la possibilità avere un aumento del 25% della volumetria edificabile nel caso di edifici in città dismessi da oltre 5 anni (il Pirellino è stato abbandonato nel 2015). Il Comune di Milano sta cercando di mettere un freno a questa legge, ma sembra che decisioni e ricorsi vadano per le lunghe. Coima ha già detto che anche senza bonus l’intervento urbanistico P39 si farà, Pirellino e Torre Botanica verranno realizzati come da progetto. Indovinate l’unica cosa che non faranno senza bonus: il ponte-serra per la città! Staremo a vedere cosa succederà!