“Cronache minori dalla periferia del design” è un libro di Adele Cassina appena uscito per Corraini Edizioni.

Il libro è un racconto di incontri e di rapporti tra persone, raccontato dal punto di vista di Adele Cassina, figlia unica di Cesare Cassina. Proprio un libro che speravo di leggere. Perché?

Perché ci fa intuire cos’è stato quel momento epico dopo la seconda guerra mondiale quando alcuni visionari hanno immaginato nuovi stili di vita creando il futuro.

Perché racconta la storia di un uomo, Cesare Cassina, fondatore con il fratello Umberto della Cassina e visionario catalizzatore di architetti, di una famiglia e di un’azienda. Le mie storie preferite!

Non ci sarebbe stato design senza impresa.

L’età d’oro del design italiano è nata dall’incontro tra saper fare degli artigiani, dalla visione degli architetti (prima che si chiamassero designer) e dagli imprenditori.

I membri della famiglia Cassina in occasione della presentazione della Collezione Le Corbusier de “I Maestri” nel 1965. Da sinistra Franco sulla chaise longue LC4 e in senso antiorario Cesare, Adele e Umberto. Gentile concessione Archivio Storico Cassina/Corraini Edizioni
Gio Ponti portava gli studenti del Politecnico a visitare l’azienda Cassina e la visita finiva sempre con il famosissimo lancio della sedia Leggera/Superleggera dal secondo piano! Archivio Storico Cassina/Corraini Edizioni
Foto da cataloghi storici di Cassina e C&B, anni ’50-’60-’70. Corraini Edizioni

Oltre alla storia di un’azienda quello che esce da questo libro è la figura di una donna con un’eredità importante, non semplice da sostenere. Adele ha sempre vissuto l’azienda come estensione della famiglia (da buona tradizione imprenditoriale), ha seguito il padre ovunque ma senza mai ricoprire ruoli da protagonista. Sarà il marito, Rodrigo Rodriguez (bellissimo il suo racconto ironico di come si sia innamorata di uno studente romano dal nome “poco raccomandabile” per una “Adele/Lucia di manzoniana memoria, nata alle falde del Resegone”!) a diventare l’amministratore delegato storico dell’azienda.

I due usciranno dall’azienda di famiglia negli anni ’90 e Adele finalmente si dedicherà – libera dalla pesante responsabilità – al suo progetto personale: Adele C. un’azienda di “edizioni di design” con cui avrà la libertà di giocare e sperimentare, senza sfoggiare l’ingombrante nome.

Adele Cassina in una foto scattata a Beirut dal padre Cesare Cassina negli anni ’50

Vi lascio qui la video-recensione che trovate su Instagram in cui vi racconto perché sono così felice di aver trovato questo libro, che lascia intuire tra le righe incontri straordinari (forse il mio preferito il “no” detto da Cassina all’esosa vedova di Frank Lloyd Wright!) di un’epoca davvero epica per il design.
Un racconto famigliare e personale esposto con la naturalezza che può avere solo chi ha vissuto la sua intera vita tra persone eccezionali!

Ringrazio davvero Adele Cassina e sua figlia Chiara Rodriguez che hanno aperto i cassetti delle memorie di famiglia lasciandoci sbirciare dentro alle storie dell’Olimpo del design!

Buona lettura!