This post is also available in English
Lo scorso weekend ha inaugurato a Venezia la 57esima edizione della Biennale d’arte, una delle esposizioni più importanti al mondo, una vetrina dell’arte mondiale.
Ogni edizione ha un curatore e un tema, quello di quest’anno è una donna, Christine Macel e il titolo è “Viva arte viva” ed è ispirata all’umanesimo: “ma un umanesimo che celebra la capacità dell’uomo, attraverso l’arte, di non essere dominato dalle forze che governano quanto accade nel mondo“.
La Biennale resterà aperta al pubblico fino al 26 novembre e si svolge ai Giardini dell’Arsenale di Venezia dove si trovano i padiglioni delle varie nazioni (120 artisti da 51 paesi) e poi come una sorta di “Fuori Biennale” tantissimi gli eventi, le mostre e le installazioni in giro per la città!
La Biennale è l’evento d’arte più visitato in assoluto, pianificate bene la vostra visita e non andate pensando di vedere tutto… c’è tempo fino a novembre per poter magari anche tornare e vedere al meglio le opere, immergersi nell’atmosfera magica della Biennale e scoprire nuovi artisti.
Il biglietto giornaliero costa 25 € con riduzioni per gli anziani e gli under 26 ( 14 €) ma potete optare per il biglietto che dura due giorni per 30/22 € mentre il biglietto settimanale costa 40 €. Se siete fortunati e vi capiterà di andare tante volte a Venezia vi consiglio il pass che durerà fino a novembre: 80 € (50 € per i residenti, 45 € per studenti e under 26). L’ingresso è gratuito per i bambini fino a 6 anni.
La visita alla Biennale è sicuramente per me tra le cose da non perdere dei prossimi mesi. Sto leggendo tanto in proposito ma non so bene quali padiglioni o mostre da consigliarvi. Sicuramente merita una segnalazione l’opera dell’artista danese Olafur Eliasson che porta a Venezia un workshop artistico sul tema dell’immigrazione. Otto partecipanti, provenienti da Nigeria, Gambia, Siria, Iraq, Somalia, Afganistan e Cina sono invitati a partecipare alla costruzione di lampade progettate da Eliasson con materiale riciclabile e sostenibile che saranno poi vendute a 250 euro e il ricavato donato in beneficenza ad associazioni che aiutano i rifugiati.
Grande, grandissima attenzione (e critica) è sempre riservata per il padiglione che ci rappresenta, il padiglione Italia. Quest’anno è curato da Cecilia Alemani, si direbbe quasi una Biennale al femminile, che con un grande cambio di rotta abbandona l’horror vacui dei precedenti allestimenti per scegliere 3 artisti. T-r-e, sì, di cui una Adelita Husni-Bey del 1985! Ho letto una bella intervista alla curatrice Cecilia Alemani su Living di questo mese dove afferma “non ha più senso parlare di ‘arte italiana’. Non c’è più un movimento, come l’Arte Povera negli anni ’60. Gli artisti nati in Italia adottano un linguaggio globale“. Mi piace molto questa idea del linguaggio globale dell’arte. È proprio per questo che bisogna andare a visitare la Biennale, anche se non si è esperti d’arte, anche a rischio di fare la figura di Alberto Sordi e Anna Longhi alla Biennale del 1978!
Bisogna andare per guardare, respirare, vivere l’arte. Riempire gli occhi e il cuore, una vera vetrina, un tuffo nell’arte da tutto il mondo!
Tra le cose da vedere c’è sicuramente anche l’enorme installazione (super instagrammata) di Lorenzo Quinn “Support”: due braccia si levano dalle acque del Canal Grande e sostengono simbolicamente l’hotel Ca’ Sagredo per supportare e sensibilizzare al cambiamento climatico che mette a rischio la stessa Venezia.
Fatemi sapere quando andate e cosa ne pensate! 😉
Enjoy!