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Venerdì 1 marzo apre la XXII Triennale di Milano – Broken Nature, dedicata ai temi della sostenibilità e ambiente.
Potremmo essere i vincitori di una sorta di lotteria ipergalattica, ci conviene trattare bene la nostra Terra! In mostra ricerche e progetti che possono cambiare il nostro approccio all’ambiente. Più di 70 nazioni rappresentate, la più grande e potente? Quella delle piante! Da loro abbiamo tanto da imparare!
La Triennale è sempre stata una manifestazione in cui discutere i temi del futuro: nel 1947 affrontò il tema dell’abitare proprio subito dopo la guerra, in un momento decisivo per le costruzioni che hanno visto cambiare il volto della città. Nel 1951 la Triennale affrontò il tema della produzione industriale, nel 1960 quello della scuola, nel 1964 il tempo libero, nel 1968 la massificazione di merci, prodotti e individui. Nel 1988 si parlò del futuro delle città e sul sovrappopolamento, nel 1992 dell’ambiente – anche prima del Protocollo di Kyoto…
Oggi la XXII Triennale di Milano affronta l’urgenza di modificare il nostro stile di vita per invertire o quantomeno rallentare il cambiamento climatico: lavorare su nuovi materiali, fare un uso nuovo dei materiali che conosciamo, instaurare un nuovo rapporto con la natura. Per fare veramente qualcosa è necessario che ci sia un impegno estensivo con principio democratico di coinvolgimento. Il cambiamento deve toccare tutti.
Paola Antonelli, la curatrice della mostra in Triennale, si augura che la mostra e i temi affrontati raggiungano il grande pubblico sperando di innescare una “reazione a catena” nel piccolo di ciascuno.
Il tema ha un valore internazionale per cui in mostra 22 padiglioni nazionali e più di 70 nazioni rappresentate da singoli designer.
Una nazione è più speciale delle altre, la più grande, con il padiglione più grande: quella delle piante. Sì, facilitare l’approccio al pubblico, il mondo vegetale è paragonato a una nazione. Per affrontare l’argomento non potevano che coinvolgere il più importante e famoso neurobiologo vegetale, Stefano Mancuso – studioso davvero capace di trasmettere passione e fascino per il mondo delle piante.
Tutto il regno animale, compreso l’uomo, è solo lo 0,03% della materia vivente del pianeta Terra. I funghi sono sei volte più numerosi e le piante sono l’85%. Sono proprio quest’ultime che permettono a questo pianeta di essere quello che è.
“Le piante esistono sulla Terra da molto più tempo dell’uomo, si sono meglio adattate, e probabilmente sopravvivranno alla nostra specie: nella loro evoluzione hanno trovato soluzioni efficienti e non predatorie nei confronti dell’ecosistema in cui vivono.” Stefano Mancuso
Pensiamo ci possano essere altre forme di vita su altri pianeti, ma al momento sono ancora solamente teorie. Per quanto ne sappiamo oggi, siamo noi i fortunati vincitori di una lotteria ipergalattica. Per questo dobbiamo essere riconoscenti e cambiare atteggiamento nei confronti del pianeta, per salvarlo.
Proprio dalle piante possono arrivare soluzioni per avviare il cambiamento necessario.
Il design ha un ruolo fondamentale: può ricucire il rapporto compromesso tra uomo e Natura. Il 15 marzo sarà il #climastrike, lo sciopero globale dei giovani per il clima. In questa occasione la Triennale sarà aperta gratuitamente ai ragazzi e sarà l’occasione per ascoltare le loro opinioni.
Con Broken Nature la Triennale presenta una mostra non semplice da visitare, vi ritroverete spesso a non capire cosa state guardando, le didascalie e i cartelli sono fondamentali per apprezzare i singoli progetti ma se avrete il tempo e la voglia di leggere scoprirete ricerche incredibili.
Sgabelli in alluminio realizzati dal riciclo delle lattine, bachi da seta e termiti usati per creare strutture, funghi impiegati come mezzo per unire componenti, alghe usate come fibre tessili, rifiuti trasformati in materie prime… tantissimi spunti, ricerche importanti che possono davvero cambiare il mondo.
“I designer possono ispirare i cittadini ad avere un atteggiamento critico rispetto alle loro esperienze condivise e ad attivarsi per creare migliori condizioni, per tutti. (…) Anche a chi crede che la specie umana si estinguerà in un futuro (prossimo? remoto?), il design offre gli strumenti per progettare una fine più elegante. Ci può aiutare a far sì che la prossima specie dominante ci ricordi con rispetto come esseri dignitosi, responsabili, e intelligenti.” Paola Antonelli, curatrice Broken Nature
XXII Triennale di Milano
Broken Nature: Design Takes on Human Survival
1 marzo – 1 settembre 2019
Foto 1-3-4 Gianluca Di Ioia