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Il Solstizio d’estate è il giorno più lungo dell’anno, la festa della luce. Non ci sarebbe stata data migliore per festeggiare un progetto d’illuminazione.
Ieri sera infatti il Palazzo Mondadori di Segrate, firmato dall’architetto Oscar Niemeyer, è stato illuminato con il progetto illuminotecnico di Mario Nanni, fondatore e anima di Viabizzuno, azienda di lighting design.
Una vera festa organizzata per tutti i dipendenti Mondadori: apecar con street food hanno intrattenuto con un allegro aperitivo nell’attesa del buio e poi le gradinate costruite appositamente per l’evento hanno accolto tutti gli ospiti per lo spettacolo di luci e musica.
Sapete bene la mia passione per l’architettura di Oscar Niemeyer… sono andata fino a Brasilia in pellegrinaggio, devo ringraziare quindi la redazione di CasaFacile e il suo magnifico direttore Giusi Silighini per la possibilità di partecipare ad un evento così magico e pieno di fascino.
Mi sono piaciute molto le parole di Ernesto Mauri, amministratore delegato di Mondadori, a introduzione dello spettacolo: “Vivere e lavorare in un posto così è un privilegio, una fortuna ma anche una responsabilità”. Palazzo Mondadori è tra gli esempi d’architettura più importanti del mondo, un vero monumento a cui bisogna dare importanza e lustro. Quest’anno sono 110 anni di Mondadori (e incredibile coincidenza, sarebbero stati 110 anche per Niemeyer!), una bella ricorrenza da festeggiare con un restauro artistico dell’illuminazione del Palazzo.
La luce è fondamentale, ha la capacità di scolpire e plasmare la materia. L’illuminazione giusta può cambiare ogni cosa e in architettura ha un’importanza capitale.
Mario Nanni definisce il suo progetto “una melodia morbida galleggiante” ed è proprio quello che ho visto e che mi ha emozionato nei 24 minuti di spettacolo.
24 minuti, uno per ogni ora (e per ogni pilastro), con la luce che si muove e cambia, sempre in maniera impercettibile, quasi non ti accorgi ma lei gira, si sposta. Tutto accompagnato dalla musica suonata dal vivo da un sassofono, un vibrafono e una marimba (strumenti a percussione).
L’architettura ha ritmo, è musica e Niemeyer è un eccellente compositore: gli archi si susseguono irregolari, impostano il ritmo. La luce dà ritmo, segue la musica, crea una sinfonia. Quando l’architettura incontra la luce giusta si crea l’armonia perfetta. Ed eccola qui, l’architettura si muove sotto i miei occhi stregati: la luce la accarezza, la svela poco a poco, la veste, la fa danzare… giurerei che gli archi si stanno muovendo, cambiano inclinazione, seguono la luce e lo scabro cemento diventa morbido tessuto…
Mario Nanni ne ha fatti di progetti illuminotecnici importanti ma dice che questo è stato il più difficile della sua vita “confrontarsi con un palazzo monumentale, con la sua materia imponente e la sua preesistenza storica prevede necessariamente studio, rispetto e ascolto”.
Rispetto. Illuminare un monumento del genere non può essere uno spettacolo pirotecnico. Non bisogna rubare la scena all’architettura, non bisogna usarne la “pelle” per proiettare la luce. È il Palazzo il vero protagonista, la luce lo deve svelare, toglierlo dal buio della notte e e mostrarlo in tutta la sua bellezza.
Ora di palazzi di Niemeyer ce ne sono due: uno si erge imponente (ma leggero!) mentre l’altro danza riflesso sulle acque del lago. Ditemi voi se questa non è poesia o magia!
Qui potete vedere l’intero spettacolo di luce “Sospeso, leggero ma non troppo”: