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Nel 1947 l’India diventa indipendente dal dominio britannico e per celebrare questa nuova pagina della storia del Paese, il Primo Ministro Nehru decide di fondare una nuova capitale, una città ideale progettata da Le Corbusier e Pierre Jeanneret.
Le Corbusier e Jeanneret erano cugini e collaboratori – insieme a Charlotte Perriand – in moltissimi progetti (se non tutti). Il progetto per Chandigarh inizia nel 1951 e la città prende la forma di un corpo umano con gli uffici amministrativi e governativi come “testa”, il quartiere degli affari come “cuore”, le strutture produttive come parte centrale, l’area industriale in un “braccio” e le strutture per l’istruzione nell’altro. Gli edifici residenziali erano attorno al “corpo” della città, immersi nel verde.
Le Corbusier si occupò più della parte urbanistica e architettonica mentre la progettazione degli arredi fu affidata a Pierre Jeanneret che scelse artigiani e materiali locali come il legno di teak e la canna intrecciata, abbandonando il tubolare metallico, sempre protagonista nei suoi arredi.
Materiali semplici e forme minimali che sembrano riflettere le linee dell’architettura.
Il lavoro di Jeanneret creò una delle collezioni più celebri del design internazionale, oggi di grande tendenza, diventate presenze iconiche in interni “instagrammabili” e copiatissime. Ne avevamo già parlato nel post “Di chi sono in realtà le sedie che tutti vogliono”.
Il sogno utopico di questa città ideale durò poco, già dagli anni ’80 il cemento armato – materiale principe scelto da Le Corbusier – iniziò a deteriorarsi mostrando le sue debolezze esposto in un clima caldo umido come quello di Chandigarh.
Gli edifici quando ancora in uso, negli anni sono stati rimodernati e gli arredi… eliminati. Quelli originali che si sono salvati oggi sono oggetti del desiderio per i collezionisti di design e si comprano in asta a prezzi folli, specialmente dal 2016 quando Chandigarh è stata inserita tra i beni del patrimonio mondiale dell’umanità Unesco.
Dall’India alla Brianza:
Cassina, all’interno della sua collezione dedicata ai Grandi Maestri, ripropone una riedizione degli arredi firmati da Pierre Jeanneret per Chandigarh. In produzione troviamo, oltre all’originale essenza in teak, anche due nuove versioni in rovere naturale e rovere tinto nero.
Fanno parte della collezione la sedia con o senza braccioli 051 e 055 Capitol Complex e Office Chair, la poltrona imbottita 053 Capitol Complex Armchair, il tavolo 056 Capitol Complex Table che era stato pensato come tavolo per conferenze nell’edificio dell’Assemblea legislativa, la panca 057 Civil Bench, realizzata tra il 1955 e il 1956 per gli alloggi e gli appartamenti dei membri dell’Assemblea di Legislatura e la poltrona 058 Kangaroo, seduta bassa, realizzata per l’Aula dell’Ospedale Generale della città ma presente anche in molte case private, caratterizzata per la forma a “Z” dei fianchi e dalla tipica impagliatura all’interno del telaio in legno.