Terremoti, alluvioni, guerre… molte emergenze richiedono di costruire rifugi per le persone che si trovano costrette a lasciare le loro case. Purtroppo spesso questi rifugi temporanei si trasformano in abitazioni per tempi molto più lunghi.
La fondazione dell’archistar inglese Sir Norman Foster presenta alla Biennale di Architettura di Venezia “Essential Homes Research Project”, un nuovo modo di progettare rifugi temporanei funzionali, accoglienti e in una visione sostenibile.
L’idea di partenza della Norman Foster Foundation era di trasformare i rifugi temporanei in case accoglienti, essenziali ma funzionali. Qui le persone si devono sentire a proprio agio, accolte, al sicuro, certe che se la permanenza si protraesse, hanno un posto che possono chiamare casa.
Il progetto di Norman Foster è stato trasformato in realtà da Holcim, azienda da sempre impegnata in costruzioni sostenibili, dimostrando come qualsiasi edificio può essere sostenibile, anche uno costruito in emergenza.
A Venezia, in occasione della Biennale di Architettura 2023 che ha proprio come tema “Laboratories of the Future” (proprio come il Fuorisalone 2023!), un prototipo a grandezza naturale è stato costruito nei giardini della Marinaressa (vicino ai Giardini della Biennale) mentre una mostra a Palazzo Mora (Strada Nova, 3659) racconta l’intero progetto di ricerca.
“Questa collaborazione ha una portata innovativa: dimostra come edifici sostenibili, con un basso impatto ambientale, energeticamente efficienti e con metodi di costruzione circolari, possano essere per tutti.” Jan Jenisch, Presidente e CEO di Holcim
Le costruzioni dell’Essential Homes Research Project hanno il 70% in meno di impatto ambientale per la produzione di anidride carbonica rispetto a una struttura tradizionale e sono caratterizzate da:
- Ogni rifugio è costituito da più elementi modulari (letti, blocco cucina, blocco bagno…) in questo modo ogni Essential Home può essere assemblata rapidamente ed essere adattata alle persone che la abiteranno.
- Il guscio esterno è costituito da lastre di cemento arrotolabili che danno solidità alla struttura.
- Lucernari e fronti vetrati permettono l’ingresso di molta luce naturale contribuendo quindi a creare un ambiente salutare e accogliente.
- Un isolamento efficiente assicura comfort termico e acustico.
- Le singole unità non sono concepite come isole ma sono pensate per essere unite a creare un villaggio: a collegare le abitazioni vialetti in calcestruzzo a basse emissioni di carbonio che grazie ad aggregati fotoassorbenti durante la notte riflettono la luce naturale, riducendo il consumo energetico e l’inquinamento luminoso.
Sicuramente un nome importante come quello di Sir Norman Foster e della sua Fondazione danno un segnale importante di sostegno e ricerca verso un’architettura più sostenibile, anche parlando di architettura d’emergenza. Un tema purtroppo di stretta attualità e importanza.
Speriamo che le sinergie che la Biennale di Venezia può creare diano frutti concreti.
Foto e illustrazioni Norman Foster Foundation