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Londra non si ferma mai: 5 mesi dopo l’inaugurazione della nuova ala della Tate Modern il Design Museum è pronto ad aprire le porte nella sua nuova casa, l’ex Commonwealth Institute, nell’esclusivo quartiere di Kensington.
Il museo trasloca dal lungo Tamigi, da quello che era un ex deposito per banane, e triplica le sue dimensioni. Il nuovo museo sorge su Kensington High Street, a un paio di chilometri dal museo delle arti applicate Victoria&Albert, così com’è giusto che sia.
L’edificio modernista del 1962 è stato completamente rimaneggiato esternamente dallo studio OMA, Allies and Morrison and Arup e all’interno dal designer britannico John Pawson: il grande atrio centrale sarà il cuore del museo dove gli spazi e le sale espositive si affacceranno mostrando la scenografica struttura del soffitto.
Dopo 5 anni di lavori e 83 milioni di investimento giovedì 24 novembre, aprirà le porte con una grandiosa inaugurazione. L’unico rimpianto che ho è non poter essere là per visitare quello che sarà il più grande e importante museo del design.
10.000 metri quadrati dedicati a spazi espositivi, collezione permanente, archivi, biblioteca, auditorium, bar, ristorante, una libreria che promette meraviglie con una selezione di libri e riviste di design e architettura provenienti da tutto il mondo.
Il Design Museum venne fondato da Sir Terence Conran (esattamente quel Terence Conran del Conran Shop!) nel 1989 che ora afferma:
“Sembra che il nostro momento sia arrivato e che l’importanza del design per le nostre vite sia ora veramente apprezzata. Spero che con questa nuova cattedrale del design possiamo educare e ispirare le future generazioni perché facciano la differenza nel mondo attorno a noi.”
Sono grandissime le attese: si stimano che nel primo anno 650,000 persone visiteranno la nuova “Cattedrale del design” che combinerà architettura, design, tecnologia, grafica e fashion, investigando forme e funzioni del nostro mondo. Non vedo l’ora di vederlo coi miei occhi!
Foto Design Museum – Credits Helene Binet/Luke Hayes/Gravity Road/Gareth Gardner