Ha aperto finalmente alla Triennale di Milano la mostra dedicata a Vico Magistretti. “Finalmente” perché la mostra avrebbe dovuto celebrare i 100 anni di Magistretti nel 2020 ma poi la pandemia ha fatto posticipare i festeggiamenti. “CoronaVICUS” così lo chiama Rosanna Pavoni, direttore scientifico della Fondazione Vico Magistretti. Un modo per sdrammatizzare, anche perché la nipote Margherita Pellino, in un’intervista a Repubblica di qualche giorno fa, racconta di quanto nonno Vico fosse scaramantico!
Due anni di lavori per organizzare questa mostra che si propone di celebrare sì il centenario di Magistretti ma anche restituirgli il ruolo che gli spetta nella storiografia dei grandi maestri del design e dell’architettura internazionale.
“Quelli di Vico sono progetti di grande innovazione, eleganza indiscutibile, anche concettuale, geniali gesti che cambiano la vita quotidiana diventando dei classici. Mi ricordo un giorno, a inizio anni 2000, quando parlando con lui del senso del design gli chiesi “Questa tua idea semplice, così elegante, che l’ombrello sia l’elemento archetipo del design, funzionale, essenziale, che l’averlo e non averlo cambia la vita, non è un po’ usurata?” “Sai che hai ragione? Ho pensato che il design migliore sia l’ora legale: con un piccolo gesto cambi la vita di tutti!” Stefano Boeri
La mostra vuole abbracciare l’opera di Magistretti a 360°, il Vico architetto e il Vico designer, per mostrare tutta la varietà dei suoi progetti.
Magistretti aveva costantemente un dialogo tra la sua vita personale e quello che progettava. Disegnava cose perché ne aveva bisogno, per la sua quotidianità, perché “se non voglio una cosa che ho disegnato allora c’è un problema.”
“Camminando nella mostra si riconoscono forti richiami tra oggetti e architettura. La curvatura di un materiale plastico ritorna nella forma degli interni di un appartamento. C’è un dialogo costante tra design e architettura e tra architettura e design.” Lorenza Baroncelli, direttore artistico della Triennale
La mostra si intitola “Vico Magistretti. Architetto milanese”, milanese certamente, ma anche internazionale. Vico nasce a Milano, studia al Politecnico (dove all’epoca insegnano Gio Ponti e Piero Portaluppi!) e qui inizia la professione nello studio del padre, Pier Giulio Magistretti (autore di tanti edifici milanesi come quello dove ancora oggi si trova la Fondazione Magistretti. Il più famoso forse, l’Arengario in Piazza Duomo, oggi sede del Museo del Novecento, progettato con Giovanni Muzio, Piero Portaluppi ed Enrico Griffini).
A Milano Vico ha lavorato tutta la vita, dal 1946 al 2006, nel suo studio in via Vincenzo Bellini 1, oggi sede della Fondazione.
Milano ma non solo, Magistretti infatti ha lavorato tanto nei Paesi Nordici, in Giappone e in Inghilterra dove ha insegnato per tanti anni al Royal College of Art di Londra avendo come studenti, tra i tanti, Jasper Morrison e Konstantin Grcic (in mostra due loro “omaggi a Vico”).
La mostra, realizzata in collaborazione con la Fondazione Vico Magistretti, espone il prezioso patrimonio di disegni, schizzi, modelli, fotografie, prototipi e pezzi originali conservati nel suo archivio, insieme a materiali provenienti dagli archivi di aziende, istituzioni e collezioni private.
È la prima volta che vanno in scena non solo gli oggetti di design ma anche i progetti architettonici di Vico Magistretti. E la Triennale è luogo è simbolico perché qui Vico ha creato i suoi primi allestimenti, qui è stato progettista, curatore, membro del comitato scientifico e del consiglio d’amministrazione e celebra sicuramente anche il suo legame alla città di Milano.
L’allestimento, affidato a Lorenzo Bini/BINOCLE, è un omaggio al “rosso Magistretti”, dalla “famosa giacca” che ha ispirato il colore del palazzo in piazza San Marco, alle sue mitiche calze rosse, un vezzo che l’ha sempre contraddistinto.
Menzione speciale per il catalogo edito da Electa, una monografia davvero da avere e da studiare che racchiude il Vico architetto e il Vico designer con una ricchezza di materiali fotografici, schizzi, progetti e contributi di studiosi, progettisti e amici di Magistretti, davvero preziosa!
L’apertura di questa mostra monografica tanto attesa celebra un po’ anche la riapertura e la ripartenza delle mostre e degli eventi dell’intera Triennale.
La mostra è visitabile tutti i giorni dal martedì alla domenica, dalle ore 11 alle ore 20. I biglietti (intero 8€/ridotto 6€) si possono acquistare presso la biglietteria, sul sito di Triennale e tramite il call center di Vivaticket 892 234.
Per accedere alle mostre durante il weekend è obbligatorio acquistare il biglietto il giorno prima della visita.
Vi ricordo che anche la mostra di Enzo Mari resterà aperta fino al 12 settembre. Il mio consiglio: dedicate una giornata al design in Triennale: mostra di Enzo Mari, mostra di Vico Magistretti, visita al museo del Design a piano terra. E se volete fare jackpot… aggiungete due tappe imperdibili: la visita alla Fondazione Achille Castiglioni (piazza Castello 27. Visita da prenotare) e alla Fondazione Franco Albini (via Telesio 13. Visita da prenotare), entrambe a pochi passi dalla Triennale.
Vico Magistretti. Architetto milanese
11 maggio – 12 settembre 2021
Triennale Milano, da martedì a domenica, h. 11-20
E non è finita per i 100(+1) di Vico si festeggiano con una doppia mostra:
Dal 18 maggio 2021 al 24 febbraio 2022 la Fondazione studio museo Vico Magistretti riapre al pubblico con la mostra Magistretti Revisited.
Una mostra per per rievocare lo studio esattamente com’era quando ci lavorava Vico con il fidatissimo geometra Franco Montella e il suo rapporto con Milano, città molto amata e ugualmente severamente criticata.
Lo studio verrà arredato con gli arredi originali, un tentativo di sintesi tra ricostruzione filologica e reinterpretazione dell’atmosfera originale del luogo del progetto di Magistretti.
70 mq circa, uno studio così piccolo da destare continuo stupore nei visitatori ma che proprio con le sue dimensioni ci racconta anche di un metodo di lavoro e sessant’anni di progetti.
Progetti mirabilmente raccontati e raccolti nell’archivio digitale, impresa titanica della Fondazione Magistretti che raccoglie oltre 30.000 documenti tra disegni tecnici, schizzi, fotografie, relazioni di progetto, ritagli di riviste e quotidiani, appunti e note. E oltre 400 schede storico-critiche dedicate ad altrettanti progetti di architettura e design, realizzati e non. Un archivio in cui perdersi per scoprire ognuno una lettura personale di Vico Magistretti, uomo e progettista.
Ad accompagnare i visitatori in questo percorso di rievocazione saranno le parole di Magistretti tratte da interviste, appunti, relazioni e presentate come l’ingrandimento delle pagine di un suo taccuino, come se l’allestimento diventasse un grande quaderno d’appunti nel quale immergersi.
La mostra sarà aperta al pubblico (max 5 visitatori contemporaneamente) su prenotazione (ingresso con visita guidata 5 euro) il martedì dalle 10 alle 18, il giovedì dalle 14 alle 20 e l’ultimo sabato del mese dalle 11-15.
Si potrà seguire l’inaugurazione on-line sui canali Facebook e Instagram della Fondazione, martedì 18 maggio 2021 alle 18.30.