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Venezia è sempre bellissima e c’è sempre tanto da vedere ma c’è un posto nuovo da non perdere: il Fondaco dei Tedeschi!
Affacciato sul Canal Grande proprio di fianco al Ponte di Rialto, il Fontego dei tedeschi è, con i suoi 7.000 mq, il palazzo più grande di Venezia.
Costruito nel 1228, distrutto da due incendi e ricostruito nel 1506 il Fondaco è stato, fino alla fine della Repubblica veneziana, un magazzino per le merci trasportate dai mercanti provenienti dalla Germania e dal Nord Europa. Per decorarlo erano stati chiamati Tiziano e Giorgione ma delle loro opere restano ben poche tracce. In epoca napoleonica divenne ufficio doganale e poi durante il regime fascista fu trasformato in sede delle poste, subendo interventi radicali.
Nel 2008 la società Edizione del gruppo Benetton l’ha acquistato per 53 milioni di euro e ne ha affidato la ristrutturazione e riqualificazione all’archistar Rem Koolhaas e allo studio d’architettura OMA.
Ora il Fondaco, riaperto lo scorso ottobre, è un grande magazzino del lusso firmato DFS, il leader mondiale del duty free del gruppo LVMH (Moët Hennessy Louis Vuitton).
Possiamo discutere senza fine sulla giusta o meno trasformazione, sull’intervento invasivo o sulla sua mercificazione. Ho visto dal vivo il Fondaco e non posso che congratularmi con gli architetti per il bellissimo intervento. Pannelli in ottone, pietra, illuminazione ricercata, graniglia veneziana, tavoli in marmo che sembrano ricoperti di tessuto, tappeti… sono riusciti a rendere “belle” anche le scale mobili!
La vera chicca? Salite all’ultimo piano e andate sulla terrazza che offre una vista mozzafiato a 360° su Venezia! L’accesso è gratuito!
La caffetteria e il ristorante del Fondaco sono stellati e firmati Philippe Starck (che a Venezia, anzi, a Burano, è di casa!). AMO, dei fratelli Alajmo (già titolari del Grancaffè & Ristorante Quadri in Piazza San Marco e dei ristoranti Le Calandre di Padova e del Caffè Stern a Parigi), Massimiliano Alajmo è lo chef più giovane insignito delle tre stelle Michelin al mondo!
Davvero un posto da non perdere al prossimo giro a Venezia!
Foto Delfino Sisto Legnani – Marco Cappelletti