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Nel post di ieri, vi ho svelato i 15 motivi per cui andare in Islanda almeno una volta nella vita. Vi ho convinto?

Oggi, con l’aiuto di mio marito Filippo, vi racconto come si può scoprire tutta l’Islanda in due settimane. Date un’occhiata a questo post per qualche info pratica. Siete pronti a partire?

Noi siamo partiti per il nostro primo viaggio islandese ad agosto 2009 e abbiamo esplorato tutta l’isola in due settimane.

Siamo tornati in Islanda 5 giorni nel 2013, ad ottobre, a caccia dell’aurora boreale (vi ricordate che ve ne avevo parlato?) e abbiamo trovato delle giornate autunnali stupende con una luce calda, nordica, indimenticabile. Ad aprile 2015, sulla via di ritorno dal nostro primo giro del mondo, ci siamo fermati qualche giorno in Islanda e, per la prima volta, l’abbiamo trovata ancora innevata, bianca ed indimenticabile.

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Come scoprire l’Islanda in due settimane

Iniziate con 1-2 giorni a Reykjavik e poi partite per il giro completo dell’isola, considerate una decina di giorni per percorrere la Ring Road.

Dovrete poi ripartire per forza dall’aeroporto di Keflavik, approfittatene per visitare la pensiola del Reykjanes e la Blue Lagoon!

Giorno 1-2: Reykjavik

Reykjavik, la capitale islandese, è una piccola cittadina nordica di circa 130.000 abitanti, piena di casette colorate e luoghi da visitare. Vi stupirà per la sua vivacità: ogni angolo è colorato, attivo, vivo e unico! Arrivate senza aspettative e ve ne innamorerete, saprà sorprendervi, stupirvi e alla fine conquistarvi.

Un giorno è sufficiente per un giro nella zona centrale, se volete prendervela comoda un paio di giorni sono l’ideale.

Date un’occhiata ai miei post su Reykjavik:

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Giorno 3-4

Partiamo con la visita del Golden Circle, l’area più conosciuta e bella d’Islanda. Prima di tutto, ci si fionda subito a vedere il geyser, che non per niente si trova a Geysir (sì sì, il nome viene proprio da qui). Il geyser che erutta un getto d’acqua calda alto una quarantina di metri si chiama Strokkur, ci si può avvicinare tanto da bagnarsi completamente!

Da lì andiamo a vedere la cascata di Gullfoss, la seconda più grande d’Europa. In foto non rende, ma è veramente enorme!!! Stupenda!

Prendiamo la strada sterrata che taglia in mezzo a paesaggi lunari fino al parco nazionale del Thingvellir. In teoria è una delle zone più turistiche d’Islanda, eppure quando siamo andati noi, ci saranno state al massimo altre 20 persone. E’ il luogo in cui:

  • Si riuniva il primo parlamento vichingo (si chiama Althingi), si può salire sulla roccia della legge e nel cerchio in cui si riuniva l’assemblea.
  • Si può camminare nella spaccatura tra la zolla continentale nord-americana e quella euroasiatica. Si può letteralmente avere un piede in Europa e uno in America!
  • C’è la casetta di vacanza del presidente islandese, lì senza nessuna protezione, potreste grigliare sul suo barbecue…

Dal Thingvellir percorriamo la strada sul lago Thingvallavatn (s-t-u-p-e-n-d-a) fino a Nesjavellir dove la terra è calda e salgono colonne di vapore da ogni parte e in cui, non per niente, c’è una delle più grandi centrali geotermiche d’Islanda che produce elettricità e acqua calda per Reykjavik. La centrale di Nesjavellir è visitabile: se vi interessa, vale davvero la pena. Fermatevi una notte allo stupendo Hotel ION (date un’occhiata al mio post) vicino alla centrale, vivrete la vera magia islandese e, se siete fortunati, vedrete l’aurora boreale!

Giorno 5

Passiamo da Selfoss, la più grande cittadina dell’Islanda del sud per poi fare una piccola deviazione sulla costa fino a Eyrarbakki, micro paesino di pescatori sull’oceano.

Tornati sulla statale 1 (la Ring Road), iniziamo ad incrociare le prime cascate: Seljalandsfoss (si può camminare dietro la cascata!) e Skogafoss (salite a piedi sulla cima della cascata!). Alla fine del viaggio, avrete visto più cascate che turisti.

Finalmente arriviamo a Dyrholaey, dove troneggiano scogliere di rocce nere alte decine di metri miste a spiagge di sabbia lavica, uno dei posti migliori per avvistare i Puffin (i pulcinella di mare). A fine giornata arriviamo a Vik, un paesino sulla costa sud, con la chiesetta più fotografata d’Islanda.

Giorno 6

Ripartiamo sulla Ring Road attraversando dei paesaggi sconfinati e che ogni 20 km cambiano completamente: distese di moquette in muschi e licheni, i famosi “campi di troll pietrificati”, spiagge nere, prati verdi, spianate lunari.

E finalmente arriviamo a vedere una delle cose più incredibili d’Islanda, la laguna di Jökulsárlón: dove gli iceberg, che si staccano dal ghiacciaio, si preparano ad entrare in mare. E’ assolutamente uno dei posti più belli da vedere in Islanda e, soprattutto, non fate i tirchi: non badate a spese e fate il tour con i mezzi anfibi in mezzo al lago di iceberg, vale ogni corona che costa. Dopo, mi raccomando, dovete assolutamente andare sulla spiaggia di sabbia nera, troverete centinaia di iceberg arenati, è da vedere!

Ripartiamo e alla sera arriviamo a Hofn, un altro paesino di pescatori. Lungo la strada, guardate alla vostra sinistra e scorgerete il Vatnajokull che fa capolino nella valle, è il più grande ghiacciaio d’Europa.

Alla sera, la migliore cena di tutto il viaggio, a base di Lobster islandesi (un incrocio tra piccole aragoste e gamberoni) e birra Viking al ristorante Kaffi Hornid. Ai tempi del nostro primo viaggio, nel 2009, erano un affare, adesso una cena così è abbastanza cara, ma vale assolutamente la pena!

Giorno 7

Colazione a base di Skir (lo yogurt islandese, provatelo!) e ripartiamo sulla Ring Road, che in alcuni punti si alza a picco sulla costa. Percorriamo i fiordi dell’est e ci fermiamo a Stöðvarfjörður, un paesino da cartolina su un fiordo in cui l’unica attrazione è la collezione di pietre (sì sì, proprio di sassi) della signora Petra, che ha passato una vita a raccoglierle. Boh, è una cosa un po’ strana, ma anche noi, come tutte le persone che conosco che sono state in Islanda, l’abbiamo visitata. Di fronte alla casa di Petra c’è una specie di bar in cui fanno delle ottime patatine fritte servite in degli scolapasta. Prendete la porzione piccola, altrimenti mangerete patatine fino a sera.

Percorriamo ancora i fiordi dell’est e alla fine torniamo sulla Ring Road fino a Egilsstadir, un’altra cittadina e ripartiamo subito per un’altra cascata che è da vedere, Hengifoss. Servono un paio d’ore di camminata per arrivarci, ma anche stavolta vale davvero la pena, anche solo per vedere le colonne esagonali di basalto che la circondano.

Prima di cena, ci infiliamo il costume da bagno e andiamo alla piscina pubblica di fronte all’albergo. Vi consiglio davvero di andare almeno una volta in una piscina islandese (il nuoto è lo sport nazionale), soprattutto se c’è brutto tempo, così sarà ancora più piacevole immergersi all’aperto nell’acqua calda. Unica nota: bisogna farsi la doccia nudi prima di entrare in piscina… non siate timidi!

Dopo cena facciamo un giro in macchina per goderci il sole di mezzanotte, un’atmosfera surreale e rassicurante.

Giorno 8

Si riparte sulla Ring Road fino ad una deviazione su una strada sterrata che, dopo qualche chilometro di paesaggio lunare (con anche la classica polvere grigia) ci porta al canyon di Asbyrgi (il rifugio degli dei) e alla cascata di Dettifoss che è gigantesca! Si arriva sul bordo del canyon in cui si lancia la cascata, è da togliere il fiato!

Ripercorriamo a ritroso tutto lo sterrato, al doppio della velocità per far prima, tanto ormai le buche più o meno le avevamo già centrate tutte. Dopo un bel po’ di chilometri in cui sembra di essere su Marte, terra rossa e fumante, arriviamo nella zona vulcanica del Krafla, in cui colline percorse da tubi della centrale geotermica si alternano a vallate di fango ribollente. In questa zona seguite le indicazioni di una guida, noi avevamo la Lonely Planet, per orientarvi tra le solfatare con i loro soffioni, i crateri e i laghi di acqua calda.

Mi raccomando, date retta ai cartelli che dicono di non camminare al di fuori delle passerelle di legno perchè il terreno è davvero davvero caldo.

Sulla strada vedrete anche il lago termale perfettamente turchese della Blue Lagoon di Bjarnarflag, che come al solito non è nient’altro che l’acqua di scarto di una centrale geotermica.

Arrivati nell’area del lago Myvatn, passiamo a visitare il campo di troll di Dimmuborgir (ok, questo potete saltarlo senza rimpianti) e la Blue Lagoon del nord, Myvatn Nature Baths, che a differenza di quella più famosa a sud, puzza non poco di zolfo.

Alla sera arriviamo a Husavìk, un paesino bellissimo abbarbicato sul lato di un fiordo. E’ esattamente come ve lo immaginate, con le casette in legno colorate e i pescherecci pronti nel porto. E’ un buon punto per farsi portare alla ricerca delle balene.

Giorno 9

Facciamo un giro di esplorazione nei dintorni di Husavik, non ci facciamo mancare una capatina al museo fallologico (ok, se volete, evitate pure), risaliamo il fiordo fino alle spiagge e decidiamo di pranzare con un picnic vista fiordo.

Quindi andiamo a visitare le classiche case islandesi con il tetto ricoperto di erba e avanti fino alla cascata di Godafoss, famosissimissima.

Proseguiamo sulla Ring Road e vediamo già la cittadina di Akureyri sulla sponda opposta del fiordo. Akureyri è la seconda area più popolata dopo Reykjavik, è la città dove è nata la prima linea aerea islandese (quella che adesso è Icelandair), ha adottato il cuore come simbolo (vedi i semafori) ed è famosa per la sua università. Il carattere di cittadina universitaria si vede subito passeggiando nella via pedonale del centro, con i suoi caffè, librerie e ristoranti. L’impressione è proprio quella di una comunità giovane, attiva e divertente, un luogo in cui, nonostante la collocazione e il clima impervio, la qualità di vita è altissima. Nella zona di Akureyri ci sono anche alcune piste da sci, è la principale zona sciistica d’Islanda.

Giorno 10

L’obiettivo del giorno è vedere le foche. Siamo partiti verso ovest sulla Ring Road passando da Blonduos, paesino in cui sono tutti biondi (come se in Islanda fosse cosa rara) e ci siamo avventurati in una strada sterrata completamente ricoperta di fango e alla fine, ecco le foche! Nascoste in una piccola baia a Vatnsnes, in cui c’era una sola casa, il cui proprietario, se volete, è più che contento di farvi un buon caffè caldo.

Giorno 11

Colazione in centro ad Akureyri nella caffetteria più famosa, il Blaa Kannan Cafe, non potete non vederlo, è l’edificio blu nella via principale. Dolci, dolcetti e cappuccino ottimi.

Facciamo un salto a vedere il giardino botanico di Akureyri. Non ci aspettavamo niente di che, e invece non solo è molto bello, ma ci ha stupito il fatto che siano riusciti a far crescere fiori e piante stupende in un clima artico. E’ gratis, fateci un giro perchè non è niente male.

E’ ora di salutare la Ring Road, torniamo in volo a Reykjavik. L’aeroporto di Akureyri è piccolissimo, due stanze: una per i due banchi del checkin e l’altra che funge da bar, ristorante, sala d’attesa, Gate 1 e Gate 2.

Al momento dell’imbarco il nostro Fokker 50 ad elica viene parcheggiato proprio di fronte alla vetrata del ristorante. Una volta controllato il boarding pass, si esce dalla porta finestra del bar e si sale direttamente in aereo. La pista è costruita in mezzo al fiordo, quindi il decollo è davvero uno spettacolo!

Giorno 12

Ultimo giorno, prima di ripartire da Keflavik. Visitiamo la penisola Reykjanes: iniziamo da Gunnuhver, un’area geotermale con un lago di acqua ribollente, fumarole che lanciano tanto vapore sulfureo da creare una nebbia in alcuni punti impenetrabile. Un luogo marziano, dove è la natura islandese ad avere il controllo completo. Se, come me, avete qualche problema con la puzza di zolfo, a Gunnuhver dovrete vagare in apnea, ma nonostante questo è un luogo da vedere senza dubbio!

Ultima tappa: scogliere e faro di Hafnaberg. Dopo un altro tratto di strada lunare in mezzo a campi di lava grigia, arriviamo sulle scogliere di Hafnaberg, siamo sulla costa atlantica nella punta sud-ovest d’Islanda. Ci arrampichiamo in alto su una delle scogliere più altre e da lì riusciamo a vedere la costa nera di rocce laviche che per chilometri tiene a bada l’oceano. E ancora una volta la potenza della natura islandese ci lascia completamente disarmati.

Qui vicino c’è la famosa Blue Lagoon, una SPA a cielo aperto, da sogno.

Voglia d’Islanda?

L’Islanda vi aspetta, è un viaggio facile e indimenticabile da fare almeno una volta nella vita. Date un’occhiata a questo post per qualche info pratica. Non aspettate che diventi troppo affollata di turisti, seguite i nostri 8 consigli per trovare un volo low-cost e partite!

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